Aveva aggredito e stuprato una donna, un'amica. Subito dopo l'arresto ha iniziato una terapia di recupero, come previsto dalla legge Codice rosso. E ieri ha patteggiato una condanna a 2 anni di reclusione con l'accusa di violenza sessuale. L'ex assessore all'Ambiente del Comune di Milano, Paolo Massari, giornalista di Mediaset esperto di economia - ora sospeso sia dall'azienda che dall'albo - era stato arrestato in giugno. Ma la pena non la sconterà in carcere: è stata sospesa. Sostituita dalle sedute con lo psicologo, come previsto dalla normativa antiviolenza che, in caso di sospensione condizionale della pena, prevede la partecipazione a percorsi organizzati da enti che si occupano di assistenza psicologica, prevenzione e recupero di soggetti condannati per reati sessuali.
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Il risarcimento
Massari, che si è scusato e ha ammesso i fatti, dovrà anche risarcire la donna con 30mila euro.
La violenza
La violenza risale al 13 giugno scorso. Massari si era dato appuntamento con l'amica. Lei, 56 anni, aveva bisogno di aiuto e consigli per via del delicato momento professionale che stava attraversando a causa dell'epidemia da coronavirus. Lui le aveva proposto di scrivere un articolo. Dopo un aperitivo vicino a Porta Venezia, i due avevano deciso di andare a cena. A quel punto, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, lui avrebbe proposto alla donna di lasciare lo scooter nel suo box per poi recarsi al ristorante. Una volta arrivati nel garage, dal quale si accede direttamente al loft del giornalista, lui avrebbe abusato dell'amica.
«Ci conosciamo da quando eravamo adolescenti, abbiamo fatto il liceo insieme ha raccontato la cinquantaseienne era stato un bell'aperitivo, un momento piacevole dopo i mesi di isolamento. Non avrei mai immaginato un finale del genere». La vittima sarebbe stata schiaffeggiata, minacciata, scaraventata sul divano e stuprata. Era poi riuscita a fuggire in strada, svestita, ed era stata soccorsa dai passanti.
I precedenti
Forse, per Massari non era la prima volta. Almeno sette donne nei mesi scorsi hanno prima contattato l'imprenditrice e poi raccontato al pm Alessia Menegazzo di essere state vittime del giornalista. Nessuna di loro, però, ha mai sporto denuncia. Come non avevano sporto denuncia la funzionaria del Consolato norvegese e un'impiegata che nel 2010 avevano inviato all'allora sindaco Letizia Moratti una lettera per raccontare di molestie subite. La prima cittadina aveva rimosso l'ex assessore dal suo incarico, nonostante lui sostenesse di essere innocente.