Passaporto russo, non la fanno salire sul volo di ritorno dalle vacanze: «Causa di 50mila euro ad Air France»

L'incredibile disavventura risale a inizio marzo, quando la coppia stava per imbarcarsi su un volo di ritorno da Santo Domingo

Passaporto russo, non la fanno salire sul volo di ritorno dalle vacanze: «Causa di 50mila euro ad Air France»
Passaporto russo, non la fanno salire sul volo di ritorno dalle vacanze: «Causa di 50mila euro ad Air France»
di Maria Elena Pattaro
Sabato 24 Dicembre 2022, 11:11 - Ultimo agg. 21:14
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TREVISO - Lasciata a terra da Air France perché è di nazionalità russa, decide di fare causa alla compagnia aerea francese che l'ha trattata alla stregua di una oligarca a cui applicare le restrizioni. E non come una normale cittadina russa che da ben ventisei anni vive e lavora nella Marca, provvista di una regolare carta di soggiorno in Italia e il biglietto aereo già pagato: «Sono stata discriminata e ora voglio giustizia». Protagonista della clamorosa vicenda è Viktoriya Vorozhbitskaya, 49 anni. La donna fa l'impiegata a Villorba e vive a Treviso, insieme al compagno commercialista. Ed è determinata a trascinare in tribunale Air France, con una causa civile in cui il suo legale Paolo Salandin chiederà 50mila euro di risarcimento per i danni materiali e soprattutto per quelli morali. Dopo che la compagnia di bandiera d'oltralpe ha rifiutato qualsiasi trattativa bonaria.


VOLO NEGATO
L'incredibile disavventura risale a inizio marzo, quando la coppia stava per imbarcarsi su un volo di ritorno da Santo Domingo. La loro vacanza nella Repubblica dominicana era finita. Erano atterrati nell'isola l'8 febbraio e durante il volo di andata da Venezia a Santo Domingo con scalo a Parigi era filato tutto liscio. Tre settimane dopo si aspettavano che le cose andassero allo stesso modo. Invece no. Nel frattempo era scoppiata la guerra in Ucraina. Mentre loro si godevano il sole caraibico, le truppe di Putin marciavano sul paese e le bombe martoriavano Kiev. La coppia seguiva le notizie con preoccupazione ma nessuno dei due immaginava che l'eco del conflitto avrebbe avuto un impatto concreto sul loro rientro in Italia. Ma si sbagliavano. Quando, biglietti alla mano, si sono presentati all'aeroporto Las Americas di Santo Domingo per imbarcarsi sul volo diretto a Parigi e da lì al Marco Polo di Venezia, la donna è stata bloccata al check-in: lei su quell'aereo non era gradita. «Parigi non la accetta.

Si cerchi un'altra compagnia che possa accoglierla». Il motivo? La sua nazionalità. La 49enne si è sentita dire dalla compagnia che non capivano perché una cittadina russa dovesse recarsi in Italia. Eppure i suoi documenti parlavano chiaro: con sé aveva la carta di soggiorno che ne attestava la residenza a Treviso. L'impiegata ha esibito anche la tessera sanitaria, spiegando che aveva volato con la compagnia francese anche tre settimane prima, senza intoppi. Ma non c'è stato verso: l'impiegata è stata lasciata a terra.


L'ODISSEA
A quel punto per la coppia è iniziata un'affannosa ricerca di un volo alternativo, con tutti i disagi logistici, e le spese aggiuntive, che questo comporta. Erano riusciti a trovare un volo con la compagnia di bandiera spagnola Iberia. Alla fine i viaggiatori sono tornati in Italia con quasi un giorno di ritardo e una profonda amarezza mescolata a indignazione. Per la vacanza rovinata, per i danni economici (circa 4mila euro) e soprattutto per la discriminazione di cui la donna si è sentita vittima. «La mia assistita ha risentito molto della disdicevole vicenda, non solo in termini di serenità, ma anche per il senso di insicurezza, mai sperimentato prima e che ora invece la accompagna sempre, solo per il fatto di essere di nazionalità russa» afferma il suo legale. Del fatto è stata messa al corrente anche l'ambasciata russa in Italia. Ma nessun tentativo di accordo stragiudiziale è andato in porto. Motivo per cui la 49enne ha deciso di intraprendere ora le vie legali, intentando intanto una causa civile. Ma non è escluso che decida di imboccare anche quella penale, presentando denuncia per atti discriminatori. Parola ai giudici.

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