Guerra nucleare? Boom pillole allo iodio. Medici: «Inutili e dannose, dose eccessiva innesca tiroidite»

Guerra nucleare? Boom pillole allo iodio. Medici: «Inutili e dannose, dose eccessiva innesca tiroidite»
Guerra nucleare? Boom pillole allo iodio. Medici: «Inutili e dannose, dose eccessiva innesca tiroidite»
Lunedì 3 Ottobre 2022, 15:31 - Ultimo agg. 18:33
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È corsa a comparare le pillole allo iodio dopo le minacce nucleari di Putin. Negli ultimi giorni la "mezzanotte dell'Apocalisse", così gli analisti chiamano l'ora in cui si potrebbe arrivare alla guerra totale, si sta avvicinando. Il termine "nucleare" si sente più spesso nelle dichiarazioni dei leader mondiali. Con lo Zar che più volte ha fatto riferimento all'arma più potente del mondo: la bomba atomica.

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Boom pillole allo iodio, la psicosi

«Le pillole allo iodio, come ormai diciamo da tempo, non servono a nulla contro le radiazioni nucleari» legate al rischio dell'utilizzo della bomba atomica. «E non ci sono altri farmaci utili a proteggerci.

L'accaparramento non ha senso». A dirlo all'Adnkronos Salute è Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs in merito al rischio dell'utilizzo dell'arma atomica da parte della Russia.

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«L'unica soluzione è evitare una catastrofe nucleare da cui non può proteggerci nulla. Possiamo solo insistere perché la politica e le organizzazioni internazionali trovino i mezzi per fermare l'escalation. E anche le persone devono farsi sentire. Per il resto che dire: 'che Dio ci aiutì», conclude.

 

Come proteggersi?

«In caso di uso di armi atomiche difficile possano servire pillole di iodio per proteggere la tiroide dalle radiazioni nucleare perché, molto presumibilmente, lo scenario peggiorerebbe rapidamente e in causa ci sarebbe la salvezza della vita, non solo la prevenzione di danni d'organo. E comunque, seppure tutto si fermasse all'uso di uno solo di questi terribili ordigni, in aree lontane dal nostro Paese ci sarebbe tutto il tempo necessario per organizzare la prevenzione con questa sostanza di cui c'è disponibilità senza timori di carenze». Così, in merito al rischio di accaparramento di pillole allo iodio, all'Adnkronos Salute Andrea Lenzi, professore ordinario di Endocrinologia all'Università Sapienza di Roma e presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (Cnbbsv) della presidenza del Consiglio dei ministri.

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«Si sta parlando di bombe atomiche come se fossero confetti. Non è così. Con un ordigno del genere le persone che sono nell'epicentro dell'esplosione vengono praticamente vaporizzate in un attimo. Poi ci sono i gravi danni da radioattività di chi sta nelle zone vicine - spiega -come le patologie midollari. Infine, per chi è a grande distanza, il pericolo si esprime attraverso il rilascio nell'atmosfera di ioni radioattivi ma anche di cesio, polonio e altre sostanze tossiche. In questo caso la tiroide che è l'organo più sensibile - ricorda Lenzi - rischia di 'bruciarsì, ovvero di smettere di funzionare. Può anche succedere che le cellule impazziscano innescando anche una malattia oncologica». Da qui l'utilizzo delle compresse di iodio. «Queste pillole a base di ioduro di potassio proteggono la ghiandola tiroidea, prevenendo così l'assorbimento di iodio radioattivo e il rischio di cancro alla tiroide. Ma, nel malaugurato caso - chiosa - ci sarebbe tutto il tempo di organizzarsi e non ci sono pericoli di carenza di questo prodotto».

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