Premio Messaggero per i giovani «Ognuno di noi ha tanto da dare e da raccontare»

Premio Messaggero per i giovani «Ognuno di noi ha tanto da dare e da raccontare»
Premio Messaggero per i giovani «Ognuno di noi ha tanto da dare e da raccontare»
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 23:16 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 00:33
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Continua il concorso dedicato alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte: ieri si è chiusa la seconda fase. Adesso siamo entrati nella terza fase e le modalità per partecipare sono le consuete. Oggi pubblichiamo tre degli elaborati migliori che sono arrivati in redazione in questi ultimi giorni. E domani pubblicheremo i vincitori della seconda fase.

L’esperienza degli adulti non sempre di esempio

 

Simone De Boni, 17 anni

Le nuove generazioni stanno vivendo nell’era del digitale, si esprimono attraverso apparati tecnologici. Ma allora perché sentiamo quasi ogni giorno che i “nuovi giovani” sono violenti, distaccati e non riconoscono più il senso autentico della vita? Sembra che noi giovani siamo oppressi da un certo nichilismo e che nulla sia importante. Certamente di fronte alle storie di cronaca, come quelle di adolescenti che consumano sempre più alcool e droghe e violentano ragazze della loro stessa età, è facile che nascano interrogativi su quali siano i valori e le motivazioni delle nuove generazioni. Molte volte le prime pagine dei giornali rimproverano, criticano e fanno di tutta l’erba un fascio, è facile per esperti e opinionisti parlare di “generazione priva di riferimenti e di scopi” Nell’ambito educativo sentiamo molto spesso parlare di giovani che non sanno quello che vogliono, che non seguono principi e norme morali. Le notizie di cronaca vengono utilizzate per il classico gioco mediatico della generalizzazione, bastano uno o due episodi di violenza i abuso di droghe da parte degli adolescenti e subito viene giudicata un’intera generazione. 

Nessuno spazio viene però riservato alle iniziative autonome di ragazzi e ragazze: manifestazioni sportive, luoghi di aggregazione, attività ricreative, momenti di sostegno a coetanei in difficoltà; nessuno o poco spazio viene dato alle iniziative che gli adolescenti avviano nelle associazioni, nel volontariato, nell’organizzazione culturale.

La differenza nei modi di comportarsi, di aggregarsi, di prefissare obiettivi, non può e non deve essere un giudizio di valore. Gli adulti dovrebbero ricordare quali sono le loro responsabilità ed essere consapevoli che la loro esperienza non sempre è in grado di costituire per i giovani un esempio.

Dobbiamo trovare posto nel puzzle del mondo

Camilla Rossi, 16 anni

Non posso dire di avere una risposta alla domanda “su cosa sia importante per me”. L’adolescenza è un mondo da scoprire, un mondo che ogni giorno viene cancellato e riscritto il giorno dopo, da capo. Navighiamo in un oceano bellissimo ma anche burrascoso e spaventoso, formato dalla nostra molteplicità di emozioni contrastanti. Noi giovani possiamo sembrare strani, in questa “epoca” particolarmente, tutti uguali, vogliosi di qualcosa di cui nemmeno noi conosciamo l’esistenza. Ma ognuno di noi indossa una maschera. Ognuno di noi realmente dentro di sé, la sera prima di andare a dormire lascia entrare nella propria mente quei mostri, quelle paure che per tutto il giorno ha represso davanti agli altri. C’è chi definirà questo “falsità”. E’ da persone false cercare di nascondere ciò che abbiamo la consapevolezza ci renda più fragili? 
Viviamo in una società piena di stereotipi, gente che sui social non fa altro che mostrare la propria bellezza o la propria ricchezza. Ora come ora poi la situazione è anche più critica del solito. Il covid ha spento molti di noi. Non vedere nessuno al di fuori di mamma e papà non è bello. Passare la propria giornata a parlare con uno schermo senza sentire il calore delle persone non è bello. Sentire di essere soli, e non poterci fare assolutamente nulla non è il massimo. Ci siamo trasformati in degli zombi che vivono 24 ore su 24 confrontandosi solo con la propria mente e questo mi fa paura. E arrivo ora a rispondere alla domanda iniziale. 
Per me è importante che nessuno di noi ragazzi arrivi a chiedersi «ma io sono utile?». Per me è importante che ognuno di noi ragazzi riesca a trovare il suo posto in questo gigantesco puzzle che è il mondo. E’ importante che nessuno si senta “inutile” o “sbagliato”. Ognuno di noi ha tanto da dire e da dare. Ognuno di noi ha la sua storia e non vede l’ora di raccontarla. Ma cosa succede se butti l’acqua sul fuoco? Si spegne. Per favore non permettete che il fuoco che abbiamo dentro si spenga o venga spento.

La mia famiglia mi ama: per questo è il mio faro

Keara Fernando, 19 anni

Che cosa è importante per me?»: si tratta di una domanda che di solito non ci si pone, una domanda con una risposta talmente scontata che non la si cerca, la si soffoca per paura che la verità possa venire a galla, cioè che per noi sono importanti solo gli oggetti materiali, futili: apparecchi elettronici di tendenza, di ultima generazione, indumenti di marca o oggetti che ci sembrano indispensabili. Tutto ciò, a volte, verte a uno scopo che va oltre al nostro singolo piacere, serve per essere accettati da una società che giudica. Devo essere sincera: non mi sono mai posta questa domanda; mi sarò domandata «cosa voglio per me» o «cosa ho bisogno per me» ma non «cosa è importante per me».
Riflettendo posso dire che è importante per me raggiungere i miei obiettivi, ma questo riguarda il futuro, oggi cos’è importante per me, nel presente? Nonostante a volte tenda a sottovalutare o scordarmi del suo valore nella mia vita, ciò che è sempre stato importante per me, e che lo sarà per sempre, è sicuramente la mia famiglia. I miei genitori e i miei fratelli sono le uniche persone che mi amano veramente e che mi saranno accanto qualunque cosa accada, nelle difficoltà e nella felicità.
In questi tempi in cui la figura della famiglia diventa sempre più fuori moda, e in cui le nuove generazioni cercano la loro indipendenza, io posso dire che pur cercando la mia autonomia, riconosco che la mia famiglia c’è sempre per indicarmi e indirizzarmi sulla via giusta. Per famiglia intendo includere anche i parenti, amici e persone che fanno parte della nostra vita. I rapporti sociali di affetto sono i veri valori indispensabili.
Infatti Willy Monteiro Duarte e Emanuele Morgante, le figure che hanno acceso il sentimento di riscoperta dei nostri veri valori, hanno scelto che cosa fosse più importante per loro, ovvero gli amici e il coraggio, e non si limitarono alle parole ma difesero questi valori con la loro vita. 

Ecco le regole per partecipare

Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.ilmessaggero.it/concorso-letterario.
Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.

CONCORSO-LETTERARIO@ILMESSAGGERO.IT
WWW.ILMESSAGGERO.IT/CONCORSO-LETTERARIO

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