Premio Messaggero per i giovani «La vita? Un dono. Dobbiamo lottare perché sia unica»

Premio Messaggero per i giovani «La vita? Un dono. Dobbiamo lottare perché sia unica»
Premio Messaggero per i giovani «La vita? Un dono. Dobbiamo lottare perché sia unica»
Venerdì 22 Gennaio 2021, 00:33 - Ultimo agg. 23 Gennaio, 00:48
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Continua il concorso dedicato alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte: l’altro ieri si è chiusa la seconda fase. Adesso siamo entrati nella terza fase e le modalità per partecipare, riportate a fianco, sono le consuete. Oggi pubblichiamo tre degli elaborati migliori che sono arrivati in redazione in questi ultimi giorni.

Dobbiamo dare dignità alle nostre esistenze

 

Gaia Friddi, 18 anni

Che cosa è importante per me? È una domanda che non mi sono mai posta troppe volte, forse perché con tutto quello che si fa non c’è il tempo di fermarsi, o perché si ha paura di affrontare quesiti difficili sapendo che probabilmente una risposta precisa non c’è. Penso che la cosa più importante per me sia la vita stessa, posso fare le cose che mi piacciono e mi rendono felice. Molti hanno delle passioni, penso però che non bisogna attaccarsi alle proprie passioni, fino a perdere il gusto delle piccole cose della vita. Nel film “Soul” della Disney, in cui il protagonista Joe Gardner perde la vita per un incidente ed in ogni modo la vuole riottenere, anche se il coprotagonista gli fa notare come la sua esistenza sia monotona, devota solo alla musica. Quando suona si sente lontano da tutto, come in una bolla, ma Joe ha assolutizzato la musica, non riesce a distaccarsene, ne è ossessionato. Il messaggio per me è che bisogna vivere a pieno, senza soffermarsi troppo su cose che potrebbero sparire; gioendo delle piccole cose, come il profumo di una torta, il vento che mi muove i capelli, l’erba umida sotto i piedi. Sono cose che ormai si danno per scontate. Quando ho saputo di Willy Monteiro Duarte, di come gli sia stata strappata ingiustamente la vita, ho pensato che delle volte finisce così all’improvviso, provocando dolore, lasciando un vuoto per famiglia e per gli amici, ho pensato che lui è riuscito a dargli valore, con le sue passioni e difendendo l’altro. Anche Emanuele Morganti, morto ingiustamente, non ha potuto trascorrere la sua vita con chi gli stava accanto. Quindi per me la vita è un dono, forse il più bello ma difficile da capire; può essere piena di sofferenze, gioie, scontri, amore e odio, ma l’unico modo per darle dignità è darle un senso, come ha fatto Willy, renderla importante, unica, meritevole di essere ricordata.
 

Mi mancano gli affetti: vorrei averli con me

 

Alessandra Gioia, 14 anni

Penso che i valori più importanti nella vita siano la gentilezza, l’amore e il coraggio. La gentilezza è importante per tenere vivi i rapporti tra le persone: è con i piccoli gesti quotidiani che si rafforzano i legami, si fanno sparire le tensioni e si rende felici chi li riceve, trasmettendo amore. L’amore e il coraggio sono strettamente legati, perché per amare ci vuole coraggio e l’amore è alla base di tutte le vite, presente sin dalla nostra nascita. L’amore giovanile penso sia una delle esperienze più incredibili che l’essere umano possa provare nella sua esistenza: viene celebrato dai maggiori scrittori di tutte le epoche per l’unicità che va a rivestire nella vita di ognuno di noi. Infine abbiamo il coraggio, che ci permette di affrontare tutte le grandi e difficili  sfide che ci impone la vita, ed è proprio grazie ad esso che possiamo superarle. Coraggio è la capacità di affrontare le situazioni, pur essendo consapevoli che non sempre si riuscirà a superarle. Il coraggio non è mancanza di paura; quella è indifferenza o  apatia. Il coraggio è rischiare e provare, sempre, pur avendo paura. Anzi... se non  esistesse la paura secondo me non esisterebbe nemmeno la parola “coraggio”, non credete? In questo momento mi mancano tante cose importanti: mi manca ancora un po’ di coraggio e un po’ di gentilezza...
Ma mi mancano soprattutto tutti gli affetti delle persone a cui voglio bene e di cui sento più il bisogno. Tutto ad un tratto la nostra quotidianità è cambiata e anche piccole cose, che prima facevano parte della nostra routine, ora non ne fanno più parte. A causa del Covid19 non possiamo vedere contemporaneamente tante persone o frequentare luoghi chiusi e non possiamo abbracciare le persone cui vogliamo bene. 
Penso che nella vita tutto abbia una certa importanza; sbagliato è dare le cose per scontate, perché proprio quando meno ce lo aspettiamo scompaiono e, a quel punto, ne sentiamo sia la mancanza sia il bisogno.

L’importanza del diverso per conoscere e maturare

Ludovica Varì, 17 anni

Fin troppo spesso ho sentito discorsi, anche da chi dovrebbe esserci di esempio, sull’esclusione, sull’emarginazione di una persona o un gruppo di persone semplicemente perché “diversi” o perché non rispettosi della “normalità”. E quanti crimini, spesso impuniti o giustificati, sono stati commessi contro i “diversi”, che sono sempre minoranze! Chi ha il diritto di affermare o escludere la normalità? Per me invece bisogna sempre essere disposti al dialogo, aprirsi a nuove opportunità, a nuove esperienze, superare le proprie frontiere e i propri limiti conoscitivi. Ho potuto trarre un grande insegnamento riguardo a ciò dall’esperienza di sei mesi in Nuova Zelanda che ho avuto la fortuna di vivere. Ad Auckland sono stata accolta da una signora brasiliana, che viveva in Nuova Zelanda da molto tempo, che oltre a me ospitava una ragazza giapponese e una brasiliana. In questa casa quindi ci siamo trovate persone di quattro continenti diversi, ciascuno con la propria formazione e cultura. Eppure, nonostante ciò, abbiamo imparato a conoscerci e riconoscere che le cose in comune erano molte di più rispetto alle diversità. Questa condivisione durante il mio soggiorno è stata sempre più evidente, anche perché la stessa società neozelandese è frutto di una fusione tra la cultura occidentale e quella maori, che dopo anni di conflitti sono ora perfettamente integrate. È stata un’esperienza che mi ha arricchito dal punto di vista culturale ma soprattutto da quello formativo e che mi ha insegnato che il bello della vita è non fare sempre le stesse cose, non avere sempre le stesse idee, non stare sempre negli stessi luoghi. Solo grazie al confronto possiamo renderci conto del mondo in cui viviamo ed imparare nuove lezioni che ci consentono di apprezzarlo ogni giorno di più. É importante spostare i propri limiti, rinchiudersi in sé stessi porta solamente all’ignoranza ed al sospetto e alimenta l’odio nella nostra società, generando la paura di ciò che non si conosce, del diverso, perché l’uomo per sua natura tende a difendersi, a rifugiarsi nel porto sicuro e tranquillo della sua normalità. Al contrario, come dice Dante, lo scopo dell’uomo la conoscenza.
 

Ecco le regole per partecipare

 

Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.ilmessaggero.it/concorso-letterario.
Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale.

Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.

CONCORSO-LETTERARIO@ILMESSAGGERO.IT
WWW.ILMESSAGGERO.IT/CONCORSO-LETTERARIO

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