Putin, l'ex capo della Cia Leon Panetta: «Presto dovrà decidere se perdere la guerra o accettare una trattativa»

"Dare i caccia F16 a Kiev? È semplice"

Putin, l'ex capo della Cia Leon Panetta: «Presto dovrà decidere se perdere la guerra o accettare una trattativa»
Putin, l'ex capo della Cia Leon Panetta: «Presto dovrà decidere se perdere la guerra o accettare una trattativa»
di Antonella Ciancio
Venerdì 24 Febbraio 2023, 22:40 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 12:02
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Non esiste un futuro di pace per l’Occidente senza una vittoria ucraina nella guerra contro l’invasione russa. E per superare l’attuale fase di stallo nel conflitto, va considerato anche l’invio di caccia F-16. Ne è convinto Leon Panetta, uno dei principali protagonisti della politica americana dell’ultimo secolo. Democratico, Californiano ma figlio di immigrati calabresi (ci dice in italiano che suo nonno aveva «la testa dura» come lui), Panetta è stato chief of staff di Bill Clinton, direttore della CIA dal 2009 al 2011 e poi segretario della Difesa sempre sotto il presidente Barack Obama. Da capo della CIA ebbe un ruolo chiave nell’operazione che portò all’uccisione di Osama Bin Laden.

Nominato segretario alla Difesa sempre da Obama, lavorò per dissuadere l’Iran dallo sviluppare le armi nucleari.

Oggi, a 84 anni, da presidente del centro studi fondato molti anni fa con la moglie in California, ritiene che dal conflitto russo-ucraino passerà il futuro delle relazioni tra l’Occidente, la Cina, l’Iran e Corea del Nord.

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È passato un anno dall’invasione russa in Ucraina e non si vede ancora la fine della guerra. Siamo ad un momento di svolta?

«Il 2023 è un anno cruciale per il futuro della guerra in Ucraina. Ci sono state varie fasi nel conflitto. Ora siamo in un periodo di stallo in cui è chiaro che la Russia si sta rafforzando per una nuova offensiva. Gli Ucraini si stanno preparando per difendersi e, speriamo, a lanciare una loro offensiva. Quel che accadrà nelle prossime settimane ci dirà se o meno l’Ucraina può mantenere le posizioni che ha guadagnato finora».

Lei suggerisce che l’Ucraina debba lanciare un’offensiva. Questo significa che gli Stati Uniti e gli alleati devono spedire i caccia in Ucraina?

«Diciamo semplicemente questo. Vincere fa la differenza. Vincere determinerà se l’Ucraina, gli Stati Uniti e gli alleati Nato possono restare uniti. Ho fiducia che nonostante un’opposizione politica in questo Paese e altrove, riusciremo a restare uniti se vinciamo».

Il presidente Biden ha detto di non volere una escalation che porti a un conflitto diretto con la Russia.

«Capisco la preoccupazione di Biden, ma abbiamo la responsabilità di dare agli Ucraini tutto ciò di cui hanno bisogno per difendere il loro paese. Ora siamo in una fase diversa». 

C’è chi sostiene che non ci saranno vincitori in questa guerra. 

«La verità è che Putin sta perdendo la guerra. La vera domanda sarà se l’Ucraina potrà continuare ad avere iniziativa in questa guerra. Se riusciranno a farlo, costringeranno Putin in una delle due possibili decisioni: accettare la sconfitta o provare a negoziare qualche forma di risoluzione». 

Lei dice che la guerra in Ucraina è solo una delle minacce per l’Occidente.

«Non è in ballo solo la democrazia in Ucraina. Si decide il destino delle democrazie del 21esimo secolo. Il messaggio che stiamo mandando a Putin è in larga misura lo stesso messaggio che dobbiamo mandare a Xi Jinping in Cina, a Kim Jong-un in Corea del Nord e al leader supremo in Iran. Sono tutti tiranni che hanno detto di voler reprimere la democrazia nella loro regione. È assolutamente necessario che gli Stati Uniti e gli alleati Nato restino fortemente uniti nell’aiutare l’Ucraina».

 

Che futuro vede nei rapporti tra gli Stati Uniti e la Cina?

«Non c’è dubbio che le relazioni sono tese ora, specialmente dopo quello che è accaduto con il pallone spia. Si è creata una situazione dove un errore di calcolo potrebbe portarci a un conflitto, senza dubbio. La mia speranza è che il presidente Biden parli con Xi per provare a riaprire il dialogo. Penso anche che Xi stia guardando a quello che accade in Ucraina e stia pensando due volte se voler agire o meno contro Taiwan. Ecco perché dico che il messaggio in Ucraina è un messaggio molto importante, non solo per Putin, ma anche per Xi».

Il fronte occidentale è stato unito finora ma potrebbe non durare per sempre in una guerra lunga.

«Lo capisco. Gli Usa hanno combattuto guerre lunghe. La gente inizia ad innervosirsi e a domandarsi se si debba o meno continuare una guerra che non stiamo vincendo. Ecco perché dico che vincere è il segnale più importante che terrà uniti gli Stati Uniti e gli alleati. Penso a Paesi come l’Italia e altri che sono stati forti alleati degli Stati Uniti dai tempi della Seconda guerra mondiale. L’unico modo per affrontare le minacce nel 21esimo secolo è lavorare insieme in un’alleanza forte». 

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