Ritirata russa da Kherson, il generale Angioni: «Potrebbe nascondere una trappola»

Per il generale Franco Angioni, già comandante delle truppe terrestri Nato nel Sud Europa, il pericolo di una controffensiva da parte delle truppe di Putin è alto

Guerra ucraina, Generale Angioni: «La ritirata dei russi potrebbe essere una trappola»
Guerra ucraina, Generale Angioni: «La ritirata dei russi potrebbe essere una trappola»
Alessandro Rosidi Alessandro Rosi
Lunedì 7 Novembre 2022, 13:11 - Ultimo agg. 9 Novembre, 21:16
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«La ritirata russa da Kherson potrebbe essere una trappola». Per il generale Franco Angioni, già comandante delle truppe terrestri Nato nel Sud Europa, il pericolo di una controffensiva da parte delle truppe di Putin è alto. Anche perché le forze di difesa di Kiev sarebbero a conoscenza degli insidiosi piani del nemico e starebbero già costruendo un piano strategico per evitare la minaccia. È in particolare il comando operativo "Sud" ad aver riferito attraverso i canali social dei tentativi russi di attirare le forze armate in determinati insediamenti.

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Generale Angioni, per Natalia Houmeniouk, portavoce del Comando meridionale ucraino, citata dal sito di notizie Obozrevatel, la ritirata russa da Kherson sarebbe in realtà una trappola. C’è questo pericolo?

Sì, potrebbe verificarsi.

Per questo l'importante è di avere più informazioni possibili per evitare catture.

Da quali segnali si può capire?

La preparazione e l’accumulo delle risorse sono segnali anticipatori. Ma se non è valido, l’intervento fallisce. Bisogna guardare non tanto ai politici ma ai militari, veri protagonisti della guerra.

I russi, quindi, si preparano a una controffensiva?

Più che una controffensiva, una difensiva intelligente.

L’inverno come può cambiare la guerra?

È sempre una sorpresa per tutti con la neve, la pioggia e le buriane. È un’incertezza. Credo che i padroni di casa, gli ucraini, siano avvantaggiati delle vicende belliche sul territorio. Faccio il tifo per loro, che hanno dovuto scontrarsi contro il “mostro” della Russia.

 

L’Iran ha ammesso di inviare armi, tra cui i droni kamikaze, alla Russia. C’è da preoccuparsi di questo coinvolgimento?

L’Iran è una mosca rispetto all’aquila. La Russia non ne ha bisogno, sono vicende di basso livello.

Il governo prepara il sesto invio di aiuti militari, ma i partiti sono divisi. Lei è favorevole?

Bisogna aiutarla. I tecnici non devono commettere errori. Gli ucraini devono difendere la loro terra, non di più. Anche l’Europa deve aiutare l’Ucraina. È una nazione che ha dato un esempio meraviglioso. Mi commuove.

Putin sta cambiando i vertici militari. Come giudica questo comportamento? Un segnale di debolezza?

Un tiranno che vuole essere il padrone, non solo in terra ucraina, ma anche su tutte le altre vicende che sono intorno e dentro la Russia stessa. È un pericolo che va gestito politicamente e non combattuto.

 

Si torna a parlare di trattative. Ma Zelensky ha detto che non siederà al tavolo se non per riportare la situazione a quella prima di quando è scoppiato il conflitto.

In guerra bisogna trattare, per poi avere la prevalenza. Una trattativa è indispensabile.

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