Donne uccise, chi è davvero De Pau? Dalla droga alle armi, «un uomo pericoloso». Il racconto choc del barista picchiato

Una lunga scia criminale, per l'uomo attualmente in carcere: un soggetto pericoloso e molto violento, scrive Il Messaggero

Donne uccise, chi è davvero De Pau? Dalla droga alle armi, «un uomo pericoloso». Il racconto choc del barista picchiato
Donne uccise, chi è davvero De Pau? Dalla droga alle armi, «un uomo pericoloso». Il racconto choc del barista picchiato
Domenica 27 Novembre 2022, 17:57 - Ultimo agg. 19:51
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Chi è davvero Giandavide De Pau, il 51enne accusato di triplice omicidio per aver ucciso una donna colombiana e due ragazze cinesi a Prati il 17 novembre scorso? Dal suo passato emergono nuovi particolari choc di presunti episodi di violenza che lo avrebbero visto protagonista più o meno di recente. Come scrive il quotidiano Il Messaggero, De Pau alle spalle avrebbe addirittura episodi di violenza ai danni di una donna, sequestrata, picchiata e rapinata, e anche ai danni di un uomo, un barista.

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Chi è Giandavide De Pau e gli episodi di violenza

Prima la droga, poi le armi, i legami con Michele Senese e Massimo Carminati, e le violenze su donne che per paura decisero di non sporgere denuncia. Una lunga scia criminale, per l'uomo attualmente in carcere: un soggetto pericoloso e molto violento, scrive Il Messaggero.

Nel 2006 viene accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza, che avrebbe costretto a fare sesso dopo averla picchiata con il calcio di una pistola e minacciata con un coltello: a marzo 2009 viene arrestato per droga, nel 2012 finisce indagato in un blitz della Dda, un anno più tardi lega con Senese e Carminati e viene immortalato a Corso Francia con loro due. A novembre 2014 viene fermato in possesso di una pistola e ferito ad una mano: in ospedale dice di essere stato vittima di una rapina, ma probabilmente si era sparato da solo mentre puliva l'arma.

 

Le botte ad un barista: «Non le dimenticherò mai»

Nel 2019 le botte ad un barista, che non voleva servirlo dopo l'orario di chiusura: un episodio di violenza terribile, con l'uomo colpito fino al distacco della cornea. Proprio il barista ha raccontato quell'episodio al Messaggero: «Me lo trovai di fronte alla porta del locale che bussava dopo l'orario di chiusura, aveva lo sguardo perso, si capiva che non era in sé», le sue parole.

Poco prima una donna, la figlia del boss Nicitra, aveva chiesto aiuto nello stesso locale perché era stata importunata dallo stesso De Pau. «Arrivò questa ragazza - ricorda il barista - che chiedeva aiuto, la lasciammo entrare anche se ormai avevamo chiuso, dopo un po' se ne andò ma arrivò quest'uomo. Bussò e io aprii di nuovo la porta restando sull'uscio, pioveva a dirotto, mi disse ti do 20 euro se mi dai una Coca-cola, gli spiegai che eravamo chiusi ma lui continuò». A quel punto le minacce: «Lo sai quanto ci metto a trovare uno che per 20 euro ti dà fuoco al locale?».

«De Pau, di cui all'epoca non conoscevo il nome, aggiunse: adesso vado a casa, prendo la pistola, torno e ti ammazzo, fu poi questione di istanti e mi sferrò due pugni in pieno volto. Non vedevo più niente». Un collega, prontamente, riuscì a chiudere la porta e sottrarre il barista ad ulteriori violenze: ma De Pau «iniziò a fare le ronde con la macchina, prendemmo il numero della targa e chiamammo il 112». A quel punto non arrivò una volante, ma direttamente personale della Questura: «Forse dalla targa avevano capito chi fosse», dato il curriculum criminale dell'uomo, ora accusato di essere un serial killer. 

«Dopo l'aggressione la polizia lo trovò a casa ma lui non aprì, sfondarono la porta e dentro trovarono una cubana, denaro, cocaina ed armi. Quando capii che era davvero un tipo pericoloso non ritirai la denuncia, non gli andai a chiedere i danni ma ecco, non mi importava, sapevo che lo avevano preso e questo mi rincuorava, soltanto che poi è uscito e quanto accaduto a Prati, a quelle povere donne, è stata a mio avviso una tragedia annunciata. Quella notte non la dimenticherò mai e non per la violenza ma per lo sguardo che quell'uomo aveva, il volto tirato, gli occhi che quasi uscivano dalle orbite: era fuori di sé totalmente».

«La cosa più assurda, a cui adesso penso, è che all'epoca, quando gli agenti di polizia lo fermarono per la mia aggressione, disse esattamente quanto proferito ora per le prostitute: non ricordava nulla. Eppure da allora ha scontato poco e niente, è tornato a frequentare i locali, è accusato di aver ammazzato in un solo giorno tre donne», aggiunge l'uomo, che poi si lascia andare ad una disamina amara: «Uno così esce dal carcere e non trova riscatto perché non lo cerca. Uno come De Pau dimostra tutte le incongruenze del nostro Paese».

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