Morta a 23 anni per un'ulcera duodenale perforata. Ma secondo la sua famiglia, Paula Onofrei poteva essere salvata, se l'ambulanza non avesse fatto tardi. Due ore e mezza, sarebbe il tempo impiegato dal 118 per prestare soccorso a Casalotti, quartiere di Roma, dove viveva la ragazza.
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Cosa è successo
La morte di Paula, nata in Romania ma residente a Roma, risale al 23 luglio scorso.
Le quattro chiamate al 118
Secondo la famiglia di Paula Onofrei, la prima chiamata al 118 è stata alle 13.03. L'operatore risponde che avrebbero subito inviato un'ambulanza, ma passa il tempo e non si vede nessuno. Così circa un'ora dopo, alle 14.13, arriva la seconda chiamata. «Non ha più sensibilità alla lingua», dice Rebecca Onofrei all'operatore. Ma la storia non cambia. L'ambulanza non si vede ed è necessaria una terza chiamata, alle 14.57, quando la situazione è ormai drammatica: «Scusate, è la terza volta che chiamo, mia sorella sta peggiorando e ora non vede più, ha il corpo viola». Così alle 15.29, per la quarta volta, Rebecca richiama il 118. A quel punto, urla: «Mia sorella sta peggiorando, che cavolo fate?».
La morte e la denuncia
Da Prima Porta parte un mezzo che arriva in circa dieci minuti. Tentano di rianimarla ma alle 17.14 il medico constata il decesso, riporta Il Messaggero. L'autopsia svelerà poi che la 23enne è stata uccisa da uno choc settico secondario ad ulcera duodenale perforata complicata da una peritonite e da una polmonite. «Non vogliamo giungere a conclusioni affrettate ma siamo in fiduciosa attesa della magistratura per capire bene che cosa è successo. Bisogna fare luce», racconta Aurelio Padovani, l'avvocato della famiglia che ha presentato denuncia contro ignoti per omicidio colposo.
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