Roma, ragazza stuprata nel cortile del Factory: «Erano in tre, mi hanno violentata a turno»

Roma, ragazza stuprata nel cortile del Factory: «Erano in tre, mi hanno violentata a turno»
di Emilio Orlando
Giovedì 23 Maggio 2019, 05:01 - Ultimo agg. 13:20
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Orrore nella discoteca della Roma bene. L'hanno soccorsa quando si è accasciata a terra ormai senza forze. Aveva il corpo tumefatto, pieno di lividi ed ecchimosi. Riusciva a parlare a stento. Ci sono volute ore prima che ha raccontato quello che le era accaduto. Una studentessa di ventuno anni è stata stuprata a turno da tre ragazzi. La vittima è stata trascinata in un manufatto dentro il parco-cortile del locale dove i violentatori l'hanno anche picchiata dopo averla abusata a turno.
È accaduto domenica mattina all'alba nel bosco esterno alla discoteca dei vip Factory Club conosciuta anche con il nome di Chalet a piazzale dello Stadio Olimpico. La sala da ballo è frequentata da giovani della zona nord della Capitale e nel corso degli anni non aveva mai fatto parlare di sé in maniera negativa. Poche risse, nessun problema particolare di ordine pubblico o legati alla gestione sbagliata della sicurezza. Cosa è successo la notte dell'ultimo week end è attualmente al vaglio della squadra mobile della questura che sta ricostruendo gli attimi precedenti allo stupro. La ventunenne di nazionalità etiope ma residente a Roma da quando era piccola vive al Tuscolano dove si è anche diplomata all' Istituto Professionale per il Turismo Charles Darwin, è ricoverata all' ospedale Villa San Pietro per le gravi lesioni e le percosse subite dal gruppo mentre abusavano di lei.
I medici del pronto soccorso dopo aver attivato il cosiddetto protocollo rosa, una procedura speciale che si attiva in caso di violenza carnale, le hanno riscontrato segni di un rapporto sessuale violento. Secondo quanto ricostruito dai detective della sezione specializzata in reati contro la libertà sessuale, la ragazza mentre stava ballando avrebbe conosciuto un coetaneo, probabilmente italiano che dopo averla abbordata ed essersi conquistato la sua fiducia l'ha portata in un caseggiato adiacente all' edificio principale.
Li dentro l'avrebbero seguito anche altre due persone che mentre uno restava fuori a fare da palo, gli altri due la violentavano. Le grida di aiuto della donna sono cadute nel vuoto per la musica ad alto volume che proveniva dalla discoteca. I nomi ed i volti dei tre stupratori potrebbero essere restituiti agli investigatori dai fotogrammi del circuito di videosorveglianza e dai nomi dei presenti che avevano acquistato i biglietti nelle prevendite e nelle liste dei tavoli del privee.

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