Samantha Migliore muore a 35 anni dopo un trattamento al seno fatto in casa: costitutita sedicente estetista

L'estetista, una donna straniera, è scappata subito dopo il malore della donna, madre di tre figli. E' ricercata dalle forze dell'ordine

Samantha Migliore muore a 35 anni dopo un trattamento al seno fatto in casa: costitutita sedicente estetista
Venerdì 22 Aprile 2022, 07:53 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 22:14
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Era scampata a un tentato omicidio da parte dell'ex fidanzato in piena pandemia. Dopo mesi impegnativi era tornata a guardare avanti, con fiducia, anche per i suoi cinque figli. Si era sposata solo un mese fa, raggiante. Ma una nuova tragedia stavolta non le ha dato scampo. Samantha Migliore, 35 anni, residente a Maranello (Modena) da una decina d'anni, è morta ieri pomeriggio dopo essersi sottoposta a casa a una sorta di ritocco estetico, con iniezioni o infiltrazioni al seno, da parte di una donna che si è data alla fuga proprio mentre Samantha si sentiva male e i familiari in casa, sconvolti, chiamavano i soccorsi. Una fuga durata ore, prima di costituirsi, nel Ferrarese. Sull'episodio indagano i carabinieri di Maranello Modena, intervenuti in casa insieme al 118. I familiari, sotto choc, tra cui il marito, avrebbero provato sul momento a rianimare Samantha. Vani sono stati anche i successivi tentativi del personale sanitario.

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La 35enne appena dopo l'arrivo all'ospedale modenese di Baggiovara è morta.

Sulle cause esatte del decesso soltanto l'autopsia disposta dalla Procura di Modena potrà dare risposte. Tra le prime ipotesi si è pensato a uno choc anafilattico provocato dalla sostanza iniettata, oppure a un arresto cardiocircolatorio. Tuttavia non si conosce ancora nemmeno l'esatto contenuto della puntura, o delle punture, che sarebbero state praticate. A effettuarle una donna, forse di nazionalità straniera, sedicente estetista secondo le preliminari ricostruzioni basate sulle testimonianza dei familiari di Samantha. Anche se, come precisa Confestetica, la tipologia di intervento che fin qui è stata delineata, ovvero punture volte a sollevare il seno, sono da ricondurre a un trattamento «medico», non estetico. Per cui si profilerebbe l'esercizio abusivo della professione sanitaria. Chiarire cosa sia successo di preciso, con quale qualifica si sia presentata la donna che ha effettuato l'iniezione, se quest'ultima fosse conoscente della vittima, cosa contenevano le fiale, è oggetto di indagini. Dopo oltre 24 ore la persona ricercata si sarebbe costituita dai carabinieri a Cento, nel Ferrarese. Ora la priorità degli inquirenti sarà chiarire la sua posizione e il suo ruolo nella vicenda.

 

Secondo quanto riferito la sedicente professionista sarebbe fuggita non appena Samantha ha accusato i primi sintomi di malore, approfittando forse della distrazione delle altre persone che c'erano in casa e che si stavano prodigando per Samantha. Dopo la puntura, secondo quanto ricostruito, la 35enne si è sentita male e ha perso conoscenza. Il personale del 118 l'avrebbe trattata, riferisce il Resto del Carlino, sia con farmaci salvavita, in caso di shock anafilattico, sia con farmaci anti embolo. Tentativi di rianimazione andati avanti per oltre un'ora davanti a familiari e conoscenti impietriti. Non c'è stato nulla da fare.

Samantha lavorava per una cooperativa di pulizie, si era sposata da poco e solo pochi giorni fa aveva ricevuto la notizia che per il suo ex fidanzato, che aveva tentato di ammazzarla con un colpo di pistola in testa a novembre 2020, l'Appello aveva confermato una condanna a sette anni. In quell'occasione, un anno e mezzo fa, Samantha si era salvata per miracolo. Questione di millimetri tra il suo cervello e la pallottola sparata da un uomo che si era presentato con un mazzo di rose in mano e l'arma nascosta in tasca. «È solo aspettando che arrivano le cose belle», scriveva Samantha su un suo profilo social. Una serenità durata troppo poco

 

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