Siccità, furti di acqua tra agricoltori disperati: scattano multe e denunce

Un agricoltore di 43 anni di Bereguardo (Pavia) è stato denunciato dai carabinieri di Pavia

Siccità, furti di acqua tra agricoltori disperati: scattano multe e denunce
Giovedì 23 Giugno 2022, 12:56 - Ultimo agg. 14:25
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Furti d'acqua fra agricoltori disperati: l'aumentare della siccità spinge a violare i regolamenti nel tentativo di salvare le proprie coltivazioni a discapito di quelle dei vicini. Un agricoltore di 43 anni di Bereguardo (Pavia) è stato denunciato dai carabinieri di Pavia per aver manomesso per due volte la paratìa di un canale.

La segnalazione è arrivata dal Consorzio di bonifica est Ticino Villoresi e quando i tecnici hanno chiuso la fornitura d'acqua al 43enne e l'hanno ripristinata secondo i quantitativi previsti, l'agricoltore ha nuovamente danneggiato il lucchetto con un flessibile e ha aumentato il flusso idrico a proprio vantaggio.

Ora è accusato di furto e danneggiamento.

 

Agricoltura

Con le alte temperature estive che si spingono oltre i 40 gradi è boom di insetti in campi, frutteti, orti e giardini con sciami di cavallette, cimici asiatiche, coleotteri giapponesi, ragni, afidi e forficule che danneggiano la frutta, le foglie, le piante e il mais già colpite dalla grave siccità in un momento in cui l'Italia ha necessità di sfruttare tutto il suo potenziale produttivo alimentare per fare fronte agli effetti sui prezzi e sui mercati della guerra in Ucraina. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti su una invasione che si estende dal Piemonte alla Sardegna, dalla Lombardia al Veneto fino all'Emilia Romagna con danni alle produzioni e problemi per le persone.

«Milioni di cavallette - spiega Coldiretti - sono diventate una vera piaga dell'estate 2022 non solo in Sardegna dove hanno già devastato quasi 40mila ettari di territorio fra Nuoro, Sassari e Oristano, ma anche in Emilia Romagna dove nella zona di Forlì stanno danneggiando i raccolti di grano, ortaggi, foraggi, erba medica delle vallate del Bidente e del Savio. Da Ferrara a Ravenna le cimici asiatiche stanno attaccando i frutteti mentre più a nord in provincia di Piacenza ci sono i primi attacchi del ragnetto rosso alle coltivazioni di pomodoro».

«Il Piemonte è alle prese - continua l'associazione - con l'invasione della Popillia japonica, il coleottero giapponese in grado di causare danni immensi a tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti, alle colture orticole di pieno campo e i rischi maggiori li corrono il mais, il pesco, il melo, la vite, il nocciolo e la soia. La presenza massiccia del famigerato insetto è segnalata in 86 i comuni della provincia di Alessandria e a Cigliano e Santhià, in provincia di Vercelli. Per contrastarne la diffusione è in corso il posizionamento di tremila trappole 'attract and kill', con forma a ombrello con una rete impregnata di insetticida. Mentre nei boschi di Cuneo - evidenzia Coldiretti - è in atto una vera e propria invasione di zecche, veicolate dalla fauna selvatica. In aumento su tutto il territorio del Piemonte le cimici, mentre è segnalata anche la presenza massiccia di forficule, le cosiddette 'forbicinè che danneggiano i frutti».

«In Lombardia - continua Coldiretti - anche la zona del Milanese è alle prese con il diffondersi della cimice asiatica e della Popillia japonica con un aumento del 10% della presenza del coleottero giapponese nella fascia ovest del capoluogo regionale mentre in provincia di Mantova ci sono danni su alberi da frutta per forficule e formiche, oltre ad un aumento generalizzato della presenza di mosche. In Veneto - spiega il monitoraggio della Coldiretti - il clima umido e le alte temperature hanno favorito l'aumento di afidi su ortaggi e frutta, oltre alla presenza di cimici asiatiche nelle colture del Veneziano in particolare su cetrioli, pomodori, mele e pere, mentre le farfalle notturne depongono uova e larve su foglie di verdura e barbabietola da zucchero danneggiando le piante».

«La fascia delle Alpi, fra Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia è alle prese - rileva la Coldiretti - con la rapida avanzata del parassita killer del legno, l'Ips typographus, il Bostrico Tipografico che infetta gli abeti indeboliti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Si tratta - spiega l'associazione - di una vera e propria pandemia delle piante che prende forza mano a mano che si alzano le temperature con l'insetto »mangia tronchi« che esce allo scoperto facendo strage di alberi. I maschi del Bostrico entrano sotto la corteccia delle piante e si accoppiano con le femmine che scavano nel legno gallerie lunghe fino a 15 centimetri, dove depongono in media ottanta uova dalle quali - riferisce Coldiretti - escono larve che, a loro volta, creano cunicoli di 5 o 6 centimetri per nutrirsi e crescere dando vita a una nuova generazione di assassini. Una volta che la popolazione si moltiplica e diventa aggressiva, il Bostrico lancia attacchi di massa che portano in breve tempo alla morte delle piante e rendono inutilizzabile il legno».

«Per effetto della globalizzazione dei commerci e per l'impatto dei cambiamenti climatici con il surriscaldamento delle temperature - spiega Coldiretti - l'Italia negli ultimi anni ha dovuto affrontare una vera e propria invasione di insetti e organismi alieni arrivati nelle campagne soprattutto con le piante ed i semi dall'estero che hanno causato oltre un miliardo di danni sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Basti pensare - continua la Coldiretti - al batterio della Xylella che arrivato con essenze importate dall'America Latina ha devastato gli oliveti del Salento in Puglia oppure la Cimice asiatica che danneggia i frutteti italiani come la Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che attacca ciliegie, mirtilli e uva, oppure il cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme». «Sotto accusa è il sistema di controllo dell'Unione europea con frontiere colabrodo che - denuncia l'associazione - che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che - conclude Coldiretti - devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni».

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