Non piove. Questa, la questione principale che sta mettendo in ginocchio l'intero Paese. Soprattutto nelle regioni del Nord, infatti, la carenza di acqua si sente, eccome. Con il Po ormai all'asciutto e i laghi di montagna che hanno visto evaporare già tempo la poca neve caduta l'inverno scorso, c'è poco da stare allegri. Lo sanno bene agricoltori e allevatori, costretti a racimolare quel che si può per irrigare le coltivazioni, abbeverare il bestiame. E i pesci? Sì perché in quei laghi e fiumi ridotti a spettrali territori lunari, vivono anche e soprattutto loro. Di varie specie e fattezze, nel migliore dei casi si sono ritrovati a nuotare nelle poche pozze rimaste cercando disperatamente ossigeno vitale.
Siccità, pesci senza acqua
Come accaduto in diversi comuni del Piemonte e del Veronese dove di sta cercando di correre ai ripari salvando il salvabile.
Ormai in secca, è divenuto una trappola mortale per i sopravvissuti che annaspano in quelle acque troppo calde e soprattutto, troppo, troppo scarse. «A causa della crisi idrica e della conseguente moria di pesci nel fiume Tramigna - ha spiegato il sindaco in un comunicato - l'amministrazione comunale ha disposto il prelievo del maggior numero di pesci possibile presenti nel fiume».
Dove finiranno? Lo spiega il sindaco Pressi: «Saranno trasferiti nel fiume Adige. Poi, una volta superata la crisi, il medesimo numero di pesci verrà recuperato per reintegrare il nostro fiume di vita». E allora ecco i volontari dell'Associazione Provinciale Pescatori di Verona che, "armati" di retino e secchiello, come documentato dalle immagini diffuse dal sindaco sui social, si danno da fare per salvare più pesci possibile. Una pesca singolare e senza amo che, stavolta, ha lasciato anche forni e padelle all'asciutto.
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