Stromboli, si temono fratture nel vulcano. I turisti: «Non ce ne andiamo»

Stromboli, si temono fratture nel vulcano. I turisti: «Non ce ne andiamo»
di Francesco Lo Dico
Venerdì 5 Luglio 2019, 08:23 - Ultimo agg. 08:27
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Dopo la furia, la tregua apparente. Il mare dell'isola è tornato placido, ma gli animi di tutti a Stromboli sono ancora scossi. Restare o fuggire? È questo il dilemma del day after. Domati gli ultimi incendi, ieri volontari e residenti si sono armati di ramazze per ripulire Ginostra dalla cenere lavica, dai lapilli carbonizzati e dalla pomice nera. Tanta voglia di tornare subito alla normalità.
Così che alcuni turisti sono riapparsi sulla spiaggia di Petrazze. Annalisa Angelosanti, originaria di Terni, a Ginostra viene da anni. Ma per lei il grande botto è già «un ricordo». Certo, i momenti dell'esplosione sono stati sconvolgenti. «Ma a Ginostra tornerò come ogni anno - assicura - è un posto meraviglioso, però è necessario migliorare i protocolli e le comunicazioni. Ieri neppure gli abitanti sapevano cosa fare e dove andare. C'è stata una grande confusione prima dell'arrivo dei soccorsi».

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I TURISTI
Al netto di qualche intoppo nella macchina dei soccorsi, la donna però riconferma per Stromboli amore immutato. «Gli isolani sono meravigliosi. L'anno prossimo tornerò come sempre». Nel tentativo di rassicurare gli ospiti più dubbiosi, ieri sono arrivate sotto costa una nave della Caronte & Tourist e sei motovedette della capitaneria di porto pronte a intervenire in caso di emergenza. Ma la decisione della Protezione civile, che ieri ha disposto il passaggio di livello di allerta da «verde», che corrisponde all'attività ordinaria, al livello «giallo» che configura la conseguente attivazione della fase di «attenzione», non lascia dormire agli abitanti dell'isola sonni tranquilli. Del resto dopo gli eventi violenti di mercoledì la cautela è d'obbligo. Per il momento la probabilità di uno tsunami sembra remota, fa sapere l'Ingv. «Ma non possiamo escludere che nelle prossime ore qualcosa cambi. Sembra che il sistema magmatico abbia molto magma nella parte sommitale. C'è sempre il rischio cospicuo, con un magma così alto nel condotto come è adesso, che si apra una frattura lungo la sciara con il pericolo di collassi di materiale in acqua e, di conseguenza, un'onda anomala». Ovunque e a Stromboli in particolare, i fenomeni vulcanici sono del tutto impredicibili. E c'è chi non ha voglia di sfidare il destino. Ieri mattina, a causa della paura generata dalla violenta esplosione hanno lasciato l'Isola 98 persone. Tra loro anche una coppia di turisti toscani che erano andati via da Ginostra e che nella fretta di lasciare l'isola avevano dimenticato nel piccolo borgo marinaro di Stromboli anche documenti e trolley. Stromboli è il cuore pulsante dell'economia dell'arcipelago eolico. E cresce la preoccupazione che gli eventi di mercoledì possano danneggiare la stagione turistica.
 


«NON CI SONO RISCHI»
Il comandante dell'aliscafo Ammari, Giancarlo Porcì, diceva ieri preoccupato: «Mi sembra ci sia meno gente. A Stromboli sono scesi in 56, solo lo scorso mese erano 100-150. Ma è normale». Partire o restare. È questo il dilemma. Ma c'è chi tra i visitatori preferisce prenderla con filosofia. «Se rispetti il vulcano ti rispetta argomenta Valerio Gironi, milanese che è da 30 anni un habitué di Stromboli. «Non credo che ci sia nessun motivo per andarsene. Certo se fosse successo alle 19, quando in tanti vanno a fare le escursioni, sarebbe stata una strage», conclude il turista.
«Le migliaia di immagini condivise sui social hanno accentuato la percezione dell'allarme, qualcuno è arrivato persino a parlare di scenario di guerra dice critico Massimiliano Cincotta, proprietario dello storico bar Ingrid al centro dell'isola ma la verità è che le esplosioni avvengono spesso, basta rassicurare i turisti che tutto passa. Io vivo qui con i miei tre figli e non ho la minima intenzione di andarmene perché reputo l'isola sicura». «La prima cosa che insegniamo ai bambini a Stromboli aggiunge Charlie Barnao, docente di Sociologia della sopravvivenza all'università Magna Grecia che fa spesso spola tra l'isola e Catanzaro è quella di non andare mai verso il mare, in caso di emergenza, né verso il vulcano. Bisogna stare in mezzo, per ridurre i rischi. Convivere con l'Isola, richiede consapevolezza. Questo non è luogo per turismo mordi e fuggi».
 

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