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Opuscolo anti-stupro nelle scuole del Friuli: «Evitare i sorrisi o gli abiti troppo vistosi», è bufera

Il testo diffuso nelle scuole di un comune del Friuli. Serracchiani: "Una visione maschilista che offende le donne"

di Lorena Loiacono
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 14 Gennaio 2023, 06:35 - Ultimo agg. : 06:41
4 Minuti di Lettura

Niente vestiti «troppo vistosi», né «sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti»; niente gioielli e «oggetti di valore», né sguardi insistenti o commenti «indirizzati all'altrui ragazzo/a». Sarebbe questa la ricetta per evitare di essere stuprate, suggerita in un opuscolo che il comune di Cividale del Friuli, in provincia di Udine, ha deciso di distribuire nelle scuole. Il vademecum anti-molestie è raccolto infatti all'interno dell'opuscolo Prevenire le aggressioni, combattere la violenza, realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia come progetto anti-violenza e distribuito dal Comune ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie e superiori cividalesi. Consigli indirizzati quindi, a ragazzi e ragazze dagli 11 ai 19 anni. In poche ore, però, ha sollevato una bufera di polemiche. A cominciare proprio dalle scuole che lo hanno ricevuto e, leggendolo, hanno trovato inaccettabili i consigli sul comportamento da tenere, indicazioni rivolte soprattutto alle ragazze che di fatto sono le possibili vittime.

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LE RIVENDICAZIONI
Sul piede di guerra sono soprattutto i collettivi: «Quello che vogliamo - denunciano dal Movimento studentesco per il futuro - è che venga spostata l'attenzione dalla vittima all'aggressore, le nostre rivendicazioni riguardano l'educazione all'affettività all'interno delle scuole, per un reale cambiamento, non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire. Per questo chiediamo che il confronto con gli studenti su queste tematiche si basi su un dialogo concreto e alla pari». Per i ragazzi quel vademecum anti-stupro contiene e diffonde solo posizioni anacronistiche.
Ma la sindaca Daniela Bernardi, della Lega, difende il messaggio contenuto in quel depliant: «Sono contenta che l'opuscolo, redatto da psicologi e che realizziamo già da tre anni, sia stato finalmente letto dagli studenti delle nostre scuole con spirito critico». E aggiunge: «Ritenere anacronistici quei consigli - ha commentato Bernardi - testimonia che gli studenti vivono situazioni normali e senza particolari disagi. L'amministrazione è comunque disposta a sedersi attorno a un tavolo per confrontarsi con gli studenti e le scuole per capire quali siano le loro effettive esigenze e rimodellare i contenuti di un opuscolo che voleva essere un momento di riflessione».
Uno scambio di battute, che non ha comunque calmato le acque. Tra le scuole in agitazione c'è il Convitto nazionale Paolo Diacono, dove gli studenti hanno organizzato una protesta con tanto di cartelli appesi lungo le pareti della scuola, promuovendo assemblee nei corridoi e nelle aule. Le opposizioni nazionale e regionale alzano gli scudi: immediata la reazione sia in consiglio regionale, dove Open Sinistra Fvg presenterà un'interrogazione per valutare l'opportunità di produrre e distribuire nelle scuole il vademecum e la consigliera Mariagrazia Santoro del Pd sottolinea: «Occhi bassi, niente sorrisi, allungare le gonne. Qual è il prossimo passo, il velo obbligatorio? Lo sconcerto delle studentesse e degli studenti cividalesi è il nostro. Quell'opuscolo è vergognoso e assolutamente antieducativo».


«VA FERMATO L'AGGRESSORE»
Ma la protesta monta anche a livello nazionale. «Sempre là si ricasca: se ti stuprano vuol dire che te la sei cercata, provocavi - ha commentato la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia - Secondo l'opuscolo del Comune di Cividale del Friuli le donne rischiano di essere stuprate per mancata modestia, poco pudore e gusto delle provocazioni. Una visione maschilista che offende le donne. È l'aggressore che va fermato, non la vittima». Dal Comune di Cividale spiegano che i consigli contenuti nell'opuscolo arrivano da una statistica delle forze dell'ordine e che il testo non è stato scritto dal Comune, ma contiene spezzoni di indicazioni delle forze dell'ordine. Ed hanno sottolineato che quel testo è stato diffuso anche lo scorso anno e l'indicazione sull'abbigliamento, vale a dire il consiglio di non indossare abiti succinti, era presente anche nella precedente edizione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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