Genova, fatta a pezzi dalla figlia: la accusava di aver fatto morire il nipotino

Genova, fatta a pezzi dalla figlia. La nonna la accusava di «aver fatto morire il nipotino»
Genova, fatta a pezzi dalla figlia. La nonna la accusava di «aver fatto morire il nipotino»
Sabato 25 Aprile 2020, 16:57 - Ultimo agg. 17:16
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La morte del nipotino di tre anni e mezzo aveva creato una cappa pesante in casa di Loredana Stupazzoni, la ex bidella fatta a pezzi dalla figlia Giulia Stanganini, 37 anni, a Marassi (Genova). La nonna non si capacitava della morte e accusava la figlia di quella tragedia. Cinque mesi di liti, accuse, ma anche sensi di colpa che hanno scatenato l'orrore. La posizione della Stanganini, però, sembrerebbe attenuarsi. Dall'autopsia eseguita dal medico legale Francesco Ventura, insieme al collega Marco Salvi, nominato come consulente della difesa, sarebbero emersi sul collo segni compatibili con una impiccagione.
 

 


Segni, dunque, che avvalorerebbero la versione della giovane. La donna la notte tra venerdì e sabato si è presentata in questura raccontando di avere trovato la madre impiccata in cucina. L'avrebbe ricomposta sul letto e dopo un paio di giorni avrebbe iniziato a smembrare il corpo. La Stanganini è stata arrestata ieri sera con l'accusa di distruzione di cadavere, mentre è indagata per omicidio volontario, accusa quest'ultima sempre negata dalla donna. Lunedì è previsto l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Riccardo Ghio. L'avvocato Chiara Mariani chiederà una perizia psichiatrica con ogni probabilità.

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La Stanganini era molto provata dalla morte del figlio di tre anni e mezzo, avvenuta lo scorso novembre per un arresto cardiocircolatorio dovuto a una crisi respiratoria. La procura aveva aperto una inchiesta per omicidio colposo affidando le indagini ai carabinieri. L'indagine è ancora aperta, ma dall'autopsia era emerso che il piccolo era morto per cause naturali. La madre, che porta un apparecchio acustico, forse non aveva capito che il bimbo stava male perché aveva il dispositivo spento.

Da quel momento il rapporto con la madre, già problematico, era diventato ancora più conflittuale, come raccontato dalla stessa Stanganini durante le due ore di interrogatorio in questura. Nel racconto macabro fatto davanti agli investigatori della squadra mobile, guidati dal primo dirigente Stefano Signoretti, la ragazza ha detto di avere buttato una parte di resti nella spazzatura in strada insieme al coltello, altre parti di averle conservate in sacchi sigillati e nel freezer.

La donna ha anche raccontato che la madre era depressa e prendeva antidepressivi. Nell'abitazione sono stati trovati alcuni blister di medicinali che verranno analizzati per capire se davvero l'ex bidella li abbia ingeriti. Intanto la Stanganini si trova in isolamento, come previsto per le procedure sanitarie anti Coronavirus, nel carcere femminile di Pontedecimo. 

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