Trapani, il marito torna tardi: lei lo uccide a coltellate dopo l'annuncio su Fb

Il post sui social prima del delitto e i consigli degli amici: «Conta fino a dieci». La 36enne era disperata per una relazione fatta di liti. «Le forze dell’ordine lo difendono»

Trapani, il marito torna tardi: lei lo uccide a coltellate dopo l'annuncio su Fb
Trapani, il marito torna tardi: lei lo uccide a coltellate dopo l'annuncio su Fb
di Claudia Guasco
Lunedì 1 Novembre 2021, 07:32 - Ultimo agg. 2 Novembre, 09:27
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Il suo appartamento nel centro storico di Trapani, proprio alle spalle della cattedrale, era soffocante e pieno di fantasmi. Sabato sera tra quelle mura Vanda Grignani, 36 anni, si sentiva in trappola: un compagno ai domiciliari che tardava a rientrare, violando la prescrizione dei giudici, quella relazione tormentata che l'aveva allontanata dalla famiglia d'origine di cui sentiva la mancanza, una sensazione di solitudine che l'accompagnava da mesi. Era tutto nella sua testa e all'improvviso ha preso forma quando, dopo le 23, il quarantaseienne Cristian Favara è tornato a casa. La lite, una delle tante che costellava la loro vita di coppia, è stata furiosa, finché lei ha afferrato un coltello e glielo ha conficcato nel petto. Poi ha chiamato i carabinieri e ha confessato un omicidio che aveva annunciato ai quattro venti in due messaggi sui social. Ottenendo ben settanta consigli saggi come «conta fino a dieci», oppure «stati tranquilla, con la rabbia non si risolve niente».

I post su Facebook: «Sono esasperata»

Dal suo profilo Facebook emergono schegge di angoscia, disperazione e richieste d'aiuto che gli investigatori valuteranno insieme alle testimonianze raccolte tra parenti e amici per stabilire il movente di un delitto che, forse, poteva essere scongiurato.

I due post di Vanda, infatti, non lasciavano molto spazio alla fantasia. Il primo è delle 23.36: «Scusate vi voglio bene a tutti, mi manca la mia famiglia sono sola questo mi ha portato all'esasperazione. La polizia e carabinieri di Trapani sembra che vadano d'accordo con lui, stasera farò qualcosa che non avrei mai pensato vi amo perdonatemi». Due minuti dopo il secondo scritto, altrettanto disperato: «Ho chiesto aiuto, questo mi ha distrutto polizia e carabinieri difendono lui, ok va bene sono stanca ho perso tutti non ho più niente da perdere perdonatemi». Agli amici paiono farneticazioni, la zia Sara le scrive: «Stai calma bella, sei brava in farti male ascolta che non si conclude niente». Poi lancia un appello: «Dovete aiutarla, per favore, sono sua zia fatemi sapere». Ma prima che qualcuno potesse intervenire Cristian Favara torna a casa. Figlio della proprietaria del celebre ristornate trapanese Bettina, e anche lui per un po' di tempo gestore di un locale, era agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e con la misura restrittiva di rincasare entro le 23: dallo scorso marzo aveva chiesto di trasferire nell'appartamento di Vanda il domicilio nel quale scontare la pena. Da quel momento è stato un continuo chiamare, da parte di entrambi, la polizia e i carabinieri perché i due litigavano quasi tutti i giorni. Cristian aveva precedenti penali per droga e omicidio colposo, l'accusa era legata alla morte per overdose di un tossicodipendente. Secondo gli inquirenti a cedere la sostanza letale sarebbe stato proprio lui e per questo è stato condannato in primo grado a sette anni e sei mesi di reclusione.

 

Rapporto osteggiato 

Alla relazione tra Vanda e Cristian si era opposta la famiglia di lei, che di fronte al bivio ha scelto il suo compagno. Questa frattura le ha causato una forte sofferenza, che riversava sui social dove postava poesie di Alda Merini e frasi con cui sfogava il suo senso di abbandono: «Le persone che aiutano sempre gli altri sono quelle che si ritrovano da sole quando hanno bisogno di una mano». La relazione con Cristian era sempre al limite, tanto che quando si è sparsa la notizia dell'omicidio gli amici hanno pensato che la vittima fosse lei: «Riposa in pace Vanda, spero che adesso lassù ritrovi la serenità che ti mancava», scrive Roby. E quando si è capito che a impugnare il coltello è stata lei, alcuni l'hanno giustificata: «Vanda e viva si trova in carcere perché ha ucciso il suo convivente. Purtroppo per farlo significa che era stanchissima ed è stata costretta». Dopo l'interrogatorio davanti ai carabinieri su delega della Procura di Trapani, la donna è stata rinchiusa nel carcere Pagliarelli, a Palermo.

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