Il Trivulzio smistava gli anziani positivi in altri ospizi. Indagato il direttore Calicchio

Il Trivulzio smistava gli anziani positivi in altri ospizi. Indagato il direttore generale
Il Trivulzio smistava gli anziani positivi in altri ospizi. Indagato il direttore generale
di Claudia Guasco e Giuseppe Scarpa
Sabato 11 Aprile 2020, 10:22 - Ultimo agg. 12:48
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MILANO Non è riuscito a proteggere i propri pazienti, eppure si occupava anche di smistare nelle altre Rsa del territorio i malati di Covid-19 dimessi dagli ospedali. Il paradosso del Pio Albergo Trivulzio, lo storico ente milanese di assistenza agli anziani, porta la firma della Regione Lombardia, che un mese fa ha assegnato l'incarico proprio alla struttura in cui, nelle ultime ventiquattr'ore, sono morti altri sei degenti.

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Il totale di decessi dalla fine di marzo, quando è esplosa l'epidemia, ha le proporzioni di una strage: 126 vittime. «Quando oggi ho smontato dal turno di notte sono passata davanti alla camera mortuaria. C'erano le bare allineate e i carri funebri in fila. Il Trivulzio sarà la prossima Bergamo, con i feretri portati via dall'esercito», racconta un'infermiera.

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COORDINAMENTO
E c'è il primo indagato: il direttore generale del Trivulzio, Giuseppe Calicchio. Ipotesi di reato epidemia colposa e omicidio colposo. Due giorni fa alla Baggina si sono presentati i carabinieri del Nas e gli ispettori della commissione istituita dalla Regione, mentre i vertici dell'azienda ospedaliera si sono collegati in video con i membri della commissione ministeriale riuniti a Roma. Le verifiche riguardano la gestione dell'emergenza sanitaria legata al coronavirus: se le procedure sono state rispettate, se i pazienti con sintomi sono stati isolati, se il Trivulzio dispone di strutture adeguate per accogliere i Covid positivi.
 


E l'attenzione degli investigatori si concentra proprio sul ruolo apicale svolto dal Pio Albergo nella fase più critica dell'epidemia, quando il sistema sanitario lombardo al collasso cercava disperatamente di liberare letti negli ospedali trasferendo nelle Rsa i pazienti positivi al virus o con sintomi. L'ente lo annuncia con orgoglio sui social: «In prima linea nella gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Con il decreto regionale XI/2906 del 8 marzo 2020 la direzione generale Welfare di Palazzo Lombardia ha infatti chiesto al Trivulzio di costituirsi quale Centrale unica regionale dimissione post ospedaliera».

Significa che deve gestire i pazienti positivi che, usciti dalla terapia intensiva e sub intensiva, devono affrontare la quarantena. Ricoveri a pagamento, naturalmente: «È demandato a successivi provvedimenti la formalizzazione delle modalità di riconoscimento economico e di incremento di budget per gli enti erogatori coinvolti nel processo», si legge nella delibera della Regione. Il compito di selezionare le Rsa adatte viene quindi assegnato al Pio Albergo, il quale si è rivelato del tutto inadeguato a gestire la bufera. Alla Baggina i pazienti positivi in arrivo dagli ospedali sono stati sistemati nel cosiddetto Pringe, l'ex reparto Bezzi 1B/bis.

Che è attaccato al Bezzi 1B, padiglione no Covid separato solo da una porta attraverso la quale gli operatori sanitari vanno e vengono. Senza protezioni adeguate, denuncia chi lavora: «Abbiamo dovuto combattere per indossare le mascherine e il gel igienizzante all'ingresso dei reparti è stato annacquato per farlo durare di più». Ogni giorno il bollettino dei morti viene aggiornato, così come aumentano le denunce sul tavolo del procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, che partendo dal Trivulzio sta costruendo una maxi inchiesta sui morti nelle Rsa: «Sono 1.822», è i numero fornito dal presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Anche se la cifra esatta non si conoscerà mai, poiché il campione di tamponi eseguito è irrisorio. In un questionario distribuito dall'Iss e compilato da 577 strutture di tutta Italia, su 3.859 deceduti nelle Rsa solo 133 sono risultati positivi ai test effettuati.

L'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera difende l'operato della Regione Lombardia: «Non c'è stata alcuna contaminazione da parte dei pazienti Covid trasferiti dagli ospedali nelle Rsa, perché sono stati collocati in strutture separate». Le case di riposo, poi, sono gestite «da privati o da fondazioni afferenti ai comuni» e alla Regione «spettano le linee guida e il compito della sorveglianza». Compito anche questo che sarà «valutato» dalla commissione istituita dal Pirellone e presieduta da Mauro Agnello, ex direttore dell'Agenzia per il controllo del sistema sociosanitario lombardo.

COMMISSIONE CONSILIARE
Anche il Comune, che nomina tre rappresentanti su cinque del Consiglio di indirizzo del Pio Albergo, ha avviato un approfondimento e due giorni fa ha convocato una Commissione consiliare sull'emergenza sanitaria Covid-19 nelle Rsa.
All'ordine del giorno l'audizione il presidente del Consiglio di indirizzo del Trivulzio, Maurizio Carrara, con il direttore operativo Giuseppe Calicchio, e il presidente del Cdi del Golgi Redaelli, Stefano Campolongo, con il direttore operativo Enzo Lucchini. L'incontro, fissato dalle 13 alle 15, è saltato all'ultimo «per impegni improvvisi degli ospiti esterni previsti in audizione»: i vertici della Baggina erano in videoconferenza con gli ispettori del Ministero della Sanità. La commissione sarà riconvocata al più presto, «compatibilmente con la disponibilità dei partecipanti», mentre in procura, dove i pm indagano per epidemia colposa, omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, sono imminenti i primi interrogatori.

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