Gianni Vattimo e il via libera del Papa alle unioni civili gay : «Questo è il nuovo Cristianesimo, superati limiti antichi e illogici»

Gianni Vattimo e il via libera del Papa alle unioni civili gay : «Questo è il nuovo Cristianesimo, superati limiti antichi e illogici»
di Andrea Velardi
Giovedì 22 Ottobre 2020, 08:02 - Ultimo agg. 08:23
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«Ho sempre difeso questo Cristianesimo aperto e inclusivo» così il filosofo italiano Gianni Vattimo commenta con entusiasmo l’apertura di Papa Francesco sulle < gay.

È colpito, ma non sorpreso il teorico di quel pensiero debole che, proprio per questo, è più capace di difendere i valori della tolleranza e della libertà messi a repentaglio proprio dalle visioni religiose e metafisiche forti e presuntuose del passato. Nell’ultima fase del suo pensiero però, in testi ormai classici come “Credere di credere” (1996) e “Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (2002) Vattimo ha difeso in profondità la sua fede in un Cristianesimo più originario, “secolarizzato”, che non coincide per forza con le istituzioni ecclesiastiche, ma aderisce al Cristo che si abbassa verso l’uomo e soffre con lui.

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Lei, professore, ha dichiarato pubblicamente la sua omosessualità, ma ha anche difeso il diritto di conciliare tutto questo con la fede cristiana. Come reagisce alla dichiarazione di Francesco?
«Sono davvero felice perché vengono scardinate finalmente delle ereditate spurie, sedimentate e persistenti da chissà quali epoche, ma di cui non si capivano le vere motivazioni.

Viene smontata definitivamente una barriera atavica che non ha nulla a che fare col Cristianesimo. Papa Francesco aveva già detto che due persone che si amano vanno rispettate e quindi c’era già un’apertura, ma adesso si fa carico programmaticamente di tutto questo con una dichiarazione che corrisponde appieno alla sua immagine della Chiesa».

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Come spera che quest’apertura venga accolta nella Chiesa italiana? 
«Io spero per esempio che contribuisca ad abbattere certi steccati e porti su posizioni diverse da quelle espresse dal Cardinale Bassetti contro la legge sull’omofobia, posizioni che adesso non hanno proprio più senso».


Eppure Bassetti è stato un convinto difensore del riconoscimento delle unioni civili. Ma torniamo alla novità di oggi. Di certo il Papa deve difendere la centralità della Chiesa come interprete del Vangelo e la insostituibilità della famiglia naturale, ma si può dire che il Cristianesimo inclusivo di Vattimo considerato fino a ieri in qualche modo eretico, oggi sembra essere indirettamente rivalutato?
«Io personalmente ho voluto sempre essere superortodosso, aderendo ai testi biblici. Ma questo lo lascio dire al Papa. Per me occorreva liberare il Cristianesimo da molte tradizioni classiche, tardoclassiche o medievali che si erano sovrapposte, ma che non c’entravano nulla con Cristo e in effetti lo stigma contro l’omosessualità non ha radici nel messaggio cristiano».


Ora che dalla sfera religiosa ecclesiale c’è stata quest’apertura, cosa deve emergere nella parte laica, quella di certa intellighenzia critica e diffidente?
«Ecco la parte laica dovrebbe avere il coraggio di tornare a pensare in termini religiosi! Molti hanno abbandonato il cristianesimo per ragioni legate al pregiudizio e allo stigma di cui stiamo parlando. Dopo la rottura col passato di Francesco questo atteggiamento non ha più senso. Quelli che sono atei per i fatti loro, possono continuare a esserlo legittimamente, ma i credenti che si erano allontanati non hanno più alibi, non possono stare fuori in nome delle ottusità e miopie della Chiesa istituzionale. Che è quello che io ho sempre sostenuto». 


Per concludere cosa vuol dire tutto quello che è successo ieri per il cristiano Gianni Vattimo?
«Vuol dire che il Cristianesimo si deve emancipare da tutti gli elementi metafisici che hanno rovinato la nostra situazione di essere finiti facendoci illudere che esista un qualche ordine oggettivo anche dei valori etici, qualcosa che invece non era altro che l’ordine che la società per ha creduto di imporre per tanti secoli. In Cristo Dio si è abbassato fino a noi nella kenosi, nell’annichilimento, nel sacrificio divenendo così lo “smascheratore” dei miti sia della ragione che della superstizione di noi esseri finiti e limitati. Dobbiamo essere più umili e abbandonare l’idea che esista nel nostro mondo una metafisica assoluta che permetta all’uomo di pensare e giudicare tutto superbamente dal punto di vista di Dio».

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