Voghera, spara dopo lite: assessore leghista uccide immigrato. Il pm: «Eccesso colposo»

Voghera, assessore leghista Adriatici uccide straniero dopo lite in piazza. Lui: «Colpo accidentale». Salvini: ipotesi è legittima difesa
Voghera, assessore leghista Adriatici uccide straniero dopo lite in piazza. Lui: «Colpo accidentale». Salvini: ipotesi è legittima difesa
Mercoledì 21 Luglio 2021, 09:46 - Ultimo agg. 22 Luglio, 10:16
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VOGHERA - Un arresto per omicidio volontario e poi un'indagine che è virata quasi subito nell'accusa meno pesante di «eccesso colposo in legittima difesa». Sta anche in questi dubbi giuridici, a cui gli inquirenti stanno cercando di dare risposte valutando elementi e testimonianze, l'eccezionalità di quanto accaduto martedì sera di fronte a un bar vicino al centro di Voghera (Pavia). Con un assessore alla Sicurezza, il leghista Massimo Adriatici, per ora ai domiciliari per aver sparato, a suo dire per «errore» mentre cadeva dopo una spinta, ad un marocchino senzatetto di 39 anni, Youns El Boussettaoui, che stava infastidendo alcuni clienti del locale. 

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Un episodio cruento, accaduto nella città dell'Oltrepò pavese, che ha già diviso ovviamente la politica sulle tematiche della sicurezza, ma di cui danno una lettura diversa pure gli stessi cittadini. Come quelli che frequentano proprio il bar Ligure La Versa e gli altri nella zona, che si dividono tra chi descrive la vittima come «uno capace solo di andare in giro a spaccare vetrine e a dare fastidio» e altri che parlano di Adriatici come di «uno sceriffo, che aveva smesso di fare il poliziotto, ma lo faceva ancora e aveva preso di mira Musta», soprannome del 39enne, «che spesso chiedeva solo qualche soldo». «Altro che far west a Voghera si fa strada l'ipotesi della legittima difesa», ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini, mentre per il segretario del Pd Enrico Letta «un uomo è morto, per colpa di una pistola» e «una cosa dobbiamo e possiamo farla: StopArmiPrivate». 

 

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A dire di tutti dovrà essere la magistratura a fare chiarezza e certamente tra le analisi necessarie, oltre a quelle sulle telecamere della zona (una è piazzata vicino al locale e riprende la piazza girando), c'è pure un accertamento balistico. «Ho tirato il grilletto per sbaglio, mentre cadevo, dopo uno spintone, non volevo», si è difeso Adriatici (si è autosospeso dalla carica), 47 anni anche stimato avvocato in zona, con un passato da poliziotto in città e che poteva ora detenere e portare in giro la pistola Calibro 22. È stato interrogato nella notte, difeso dal legale Colette Gazzaniga, dopo l'arresto in flagranza eseguito dai carabinieri per omicidio volontario con l'ok del pm Roberto Valli.

Poco dopo le 22, stando ad una prima ricostruzione, Adriatici è arrivato in piazza Meardi davanti al bar perché El Boussettaoui, con molti precedenti, tra cui resistenza, spaccio, porto di armi atte a offendere, «faceva ciò che faceva di solito», stando alle parole di alcuni testimoni. Ossia, stava importunando gli avventori (si è parlato di una ragazza, ma il particolare non è stato confermato), e Adriatici, dopo aver chiamato la polizia e aver litigato con lui, ha tirato fuori la pistola, carica e col colpo in canna.

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Colpo che, a suo dire, sarebbe partito «per errore» mentre andava giù a terra, spinto dal marocchino che si era accorto che lui aveva allertato le forze dell'ordine. Qualcuno ha parlato di una «bottiglia di birra» lanciata contro Adriatici, anche se agli investigatori non risulta e potrebbe essere stata scagliata prima, quando la vittima stava dando in escandescenza forse sotto effetto di alcol e droga (saranno gli esami autoptici a determinarlo). «Mio figlio lo conosceva», ha detto una donna che ha portato dei fiori con un cartello con scritto «ti sia lieve almeno la terra, 'Mustà, perché la vita per Te non è stata lieve». 

 

E ha aggiunto: «non mi sento sicura in una città dove l'assessore alla sicurezza va in giro con un pistola e spara a una persona che aveva sofferenze psichiche». Altri ricordano che il 39enne «aveva moglie e figlio in Marocco e un padre in Italia». Nel frattempo, il pm Valli, con l'aggiunto Mario Venditti, ha modificato l'imputazione in eccesso colposo in legittima difesa, accusa che equivale in pratica all'omicidio colposo. In sostanza, una valutazione che pare seguire la ricostruzione difensiva. 

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E la Procura sta decidendo se, oltre alla convalida dell'arresto, richiedere al gip anche una misura cautelare per l'assessore. Per ora resta ai domiciliari, ma dipenderà dalla decisione del gip sulla misura cautelare o meno se Adriatici tornerà libero. Mentre la sindaca Paola Garlaschelli confida «nell'operato della magistratura».

 

Chi è Massimo Adriatici

Massimo Adriatici, originario di Voghera, è assessore alla Sicurezza del Comune oltrepadano da ottobre del 2020. Eletto nelle file della Lega, è titolare di uno studio di avvocatura molto noto, ed è salito all'onore delle cronache locali per iniziative contro la cosiddetta "malamovida" come l'abuso di sostanze alcoliche nelle ore serali. Adriatici, dal suo profilo Facebook, risulta «docente di diritto penale e procedura penale presso Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria» ed «ex docente dell'Università del Piemonte Orientale».

In un'intervista alla Provincia Pavese del 29 marzo 2018 affermava che «l'uso di un'arma deve essere giustificato da un pericolo reale, per la persona che la usa, per le sue proprietà o quelle altrui. Ma questo non significa farsi giustizia da soli. Ovvero, la legittima difesa si configura se sparo per evitare che qualcuno spari a me, o non ci sono altro mezzi per metterlo in fuga ed evitare che rubi. Sparare deve essere l'extrema ratio, l'ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre».

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