Fondi, affetto da Sla, appello a vaccinarsi: «Ci hanno dato un'arma, usiamola»

Fondi, affetto da Sla, appello a vaccinarsi: «Ci hanno dato un'arma, usiamola»
di Mirko Macaro
Martedì 6 Aprile 2021, 15:02
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«Il Covid è una guerra, ma ci hanno dato un'arma potente. Vaccinatevi e torneremo alla nostra libertà». Un appello tanto breve quanto efficace che arriva da Antonio Di Mugno, imprenditore fondano a cui in questi giorni presso uno degli ambulatori ad hoc attivati nell'ospedale San Giovanni di Dio è stata somministrata la seconda e ultima dose del siero firmato Pfizer-Biontech. Felicemente sposato e padre di due figli, l'uomo è da tempo costretto su una sedia a rotelle a causa di una subdola malattia neurodegenerativa, la Sla. Facendolo rientrare in una delle categorie considerate più a rischio. Un diritto, quello al vaccino, che Di Mugno ha colto al volo, senza la benché minima remora. Un modo per tutelare se stesso e i propri cari, certo. Ma nell'occasione anche per proteggere tutti coloro che di vaccinarsi proprio non vogliono saperne.
L'imprenditore - che ha compiuto 42 anni a cavallo tra la prima dose e il richiamo, con il vaccino che per tempistiche ha rappresentato quasi un regalo di compleanno - lo dice chiaro e tondo. «Lo abbiamo fatto per il nostro bene, per il bene dei nostri figli, famigliari e amici», spiega insieme alla moglie Antonella, la quale è in attesa della seconda dose in qualità di caregiver. Aggiungendo subito dopo: «Soprattutto, lo abbiamo fatto anche per te che non vuoi farlo», hanno evidenziato anche a mezzo social, cogliendo dunque l'occasione per rimarcare l'utilità collettiva di una simile scelta. Dando appunto luogo a una sorta di appello rivolto a chi ha già deciso di non vaccinarsi, oppure è ancora afflitto da qualche dubbio. Qualche timore prima della somministrazione? «Fermo restando che non ci sono stati effetti collaterali, assolutamente nessun timore. La stavamo aspettando».
Di più: «Si pensi che volevo addirittura partecipare alla sperimentazione avviata dall'istituto Spallanzani tramite il Goretti di Latina, peccato che abbiano chiuso la lista prima che mi potessi candidare», confida la consorte.

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