Mini lockdown, Federcuochi accusa. La Asl: «Problema non è ordinanza ma Covid che non si ferma»

Mini lockdown, Federcuochi accusa. La Asl: «Problema non è ordinanza ma Covid che non si ferma»
Sabato 10 Ottobre 2020, 10:18
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«Il vero tema da porre sul tavolo della discussione non può certo essere il disappunto sul contenuto di un’ordinanza inevitabile per la situazione in essere, ma piuttosto come agire in modo sinergico, tra Istituzioni e associazioni di categoria per risolvere un problema che, se non affrontato in modo efficace, rischia di produrre effetti devastanti per tutti». E' la conclusione della nota con la quale il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, risponde alle obiezioni sollevate da Federcuochi sulla decisione di limitare in provincia di Latina eventi nei ristoranti.

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«La decisione di fissare a 20 il numero massimo di persone per feste e cerimonie religiose è pura follia» - era stato il commento di  Alessandro Circiello, portavoce Federcuochi Italia e presidente della Fic Lazio.  Un danno soprattutto per feste e cerimonie già fissate e sulle quali in queste ore si cerca una via d'uscita. 

Casati non ha dubbi: «Certamente quando viene adottata una ordinanza che introduce delle restrizioni, a seconda dei punti di vista particolari, è possibile che alcuni possano individuare elementi di illogicità. Ad altri, invece, appare del tutto illogico che in un contesto pandemico in evoluzione, con incrementi di positivi così importanti come quelli registrati sul territorio di Latina, non si faccia nulla o si possa immaginare che il provvedimento si basi sull’ipotesi che il contagio sospenda la sua azione in attesa che possano essere evasi gli impegni già assunti per i giorni successivi. Purtroppo il problema non è l’ordinanza ma il Covid che non si ferma».

Va ricordato che alcuni focolai ricostruiti dal dipartimento di prevenzione della Asl sono legati proprio a feste o cerimonie,  come ad esempio matrimoni a Roccagorga e Aprilia.  

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