Matteo Pietrosanti morto su un campo di calcio, il dolore della madre: «Il suo sogno spezzato tra le mie braccia»

Il calciatore 15enne morto in campo. L’allenatore: «Era un gigante buono»

Matteo Pietrosanti morto su un campo di calcio, il dolore della madre: «Il suo sogno spezzato tra le mie braccia»
Matteo Pietrosanti morto su un campo di calcio, il dolore della madre: «Il suo sogno spezzato tra le mie braccia»
di Vittorio Buongiorno e Francesca Balestrieri
Venerdì 4 Marzo 2022, 21:51 - Ultimo agg. 5 Marzo, 16:12
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«Parlano tutti di te... Su tutti i siti, su tutti i social trovo le tue foto e penso che non era questo il modo di diventare famoso... Il tuo sogno era diventare portiere professionista, il mio portierone. Volevi diventare portiere della nazionale e della Roma». Le parole della mamma di Matteo Pietrosanti straziano il cuore. Il ragazzo di 15 anni morto sul campo San Lorenzo a Priverno giovedì nel tardo pomeriggio amava il calcio, amava giocare in porta. «Mi dicevi “mamma che dici mi verrà a vedere qualcuno alla partita!?! Qualche osservatore? Qualcuno farà caso a me?”. Ti rispondevo ma certo figlio mio, già con la tua educazione e con il tuo modo di fare, con il tuo “fare spogliatoio “le squadre ti avrebbero rincorso... E invece non hai dato tempo a nessuno di vederti: primi in classifica, tutti in squadra che ti portavano in gloria... I tuoi compagni che ti amavano. Il destino crudele ti ha portato via». Matteo è morto tra le sue braccia. Francesca Savelli è arrivata al campo l’altra sera mentre i sanitari del 118 stavano ancora tentando di rianimare suo figlio. Si è inginocchiata accanto a lui. Lo ha abbracciato. Lo ha tenuto stretto. «Ieri sera ti sei addormentato tra le mie braccia, al caldo del petto di mamma, mamma ti ha scaldato fino all’ultimo battito mentre ti cantavo la ninna nanna».

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Matteo è morto così. Sul campo. Inutile l’arrivo dell’eliambulanza. «Mi hai lasciata da sola con papà e Totto» racconta ancora la madre su Fb. «Volavi sotto la porta, paravi sotto “al sette”, ora sei volato troppo in alto per non riscendere più. Oggi anche il cielo ha pianto per te... La Semprevisa è innevata... Tutta per te». Ieri pomeriggio la montagna di Bassiano, 1536 metri, è stata ricoperta da mezzo metro di neve. «Io lo chiamavo il gigante buono perché era grande fisicamente e perché aveva un cuore d’oro». Peppe Consoli parla con un filo di voce. L’allenatore dei Giovanissimi dell’Asd Priverno Antonio Palluzzu ha tentato di rianimarlo per venti lunghissimi minuti, prima di farsi dare il cambio. «Sono stati momenti bruttissimi, ho cercato insieme ad altri di rianimare Matteo fino all’arrivo dei soccorritori, purtroppo non ce l’abbiamo fatta, quello che è accaduto ci ha devastato.

Matteo era intraprendente, solare, faceva tanti chilometri per venire a Priverno ad allenarsi più volte a settimana. Il suo grande cuore però non ha retto, questa cosa ci devasta, queste cose non dovrebbero accadere mai, soprattutto a ragazzi di 15 anni che amano lo sport e lo sport dovrebbe essere vita. Purtroppo in questo caso non lo è stato e piangiamo Matteo con profondo dolore».

L'inchiesta

Sulla morte di Matteo la Procura di Latina ha aperto un’inchiesta. Ieri il sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha affidato l’incarico a Cristina Setacci e l’autopsia verrà effettuata probabilmente già stamattina nella camera mortuaria del cimitero di Sabaudia. Le indagini partiranno da lì, dalle conclusioni cui giungerà la dottoressa Setacci. Il ragazzo per giovare a Priverno aveva presentato un certificato medico per l’attività sportiva agonistica. «La mamma lo aveva portato a Latina a fare la prova sotto sforzo - racconta il sindaco di Bassiano Domenico Guidi - Erano stati scrupolosi, non possono rimproverarsi nulla». Il ragazzo l’estate scorsa aveva partecipato agli Open day dell’associazione sportiva e aveva deciso di venire a giocare a Priverno. Era bravo e faceva spogliatoio, attualmente la sua squadra è prima in classifica nel capionato under 15 provinciale.

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Ieri mattina papà Cristian e mamma Francesca hanno chiesto una sola cosa al primo cittadino, di poter effettuare i funerali nella piazza del borgo per consentire a tutti gli amici e a tutta la comunità di partecipare. Ieri all’istituto Galilei Sani, a Latina, dove Matteo frequentava il secondo anno, i ragazzi hanno affisso uno striscione: “Non sarà mai un addio. Ciao Matteo” con le firme di tutti i compagni di classe, anche dei docenti, anche loro sconvolti dalla notizia.Ieri le lezioni della sezione D del Sani sono state sospese, i ragazzi hanno ricordato Matteo. «Abbiamo tentato di far loro elaborare il lutto - racconta il preside Antonio Tubiello - Matteo era un bravo ragazzo, sempre attento, sempre disponibile e con una passione per le scienze delle costruzioni. Una perdita che segnerà tutti noi».

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