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Pagamenti con il Pos rifiutati o maggiorati: controlli e multe

di Bianca Francavilla
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 30 Settembre 2022, 11:38
3 Minuti di Lettura

Lo scorso 30 giugno è diventato obbligatorio il pagamento elettronico per ogni tipo di attività. Ad un cliente, dunque, non può più essere negato di pagare con il proprio bancomat. L'estate è stata il banco di prova anche per la provincia di Latina, dove gli utenti hanno segnalato le irregolarità. Il tenente colonnello Luigi Galluccio, comandante della Guardia di Finanza di Formia, spiega che in provincia sono stati effettuati controlli, ed altri ce ne saranno, in tabacchi, bar, ristoranti, pizzerie, autolavaggi, alimentari, autoricambi, centri assistenza, parrucchieri, centri medici, edicole, farmacie e pub.

Le attività che ad oggi risultano più restie ad accettare le nuove regole sono quelle relative ai servizi alla persona come parrucchieri ed estetisti e gli ambulanti. Più scrupolosi risultano invece essere i ristoranti e i pub. Fino ad oggi, però, i numeri delle segnalazioni non sono altissimi: 33 per mancata accettazione del pos, che hanno portato a 10 irregolarità contestate. Le altre risultano in lavorazione. La bassa risposta dei cittadini si spiega con alcune falle nelle regole.

COSA RISCHIA IL COMMERCIANTE
«Ci sono spiega Galluccio sicuramente tre limiti. Il primo riguarda coloro che non installano il pos, pensando di essere esentati da responsabilità. In questo caso il negoziante è sanzionabile in via interpretativa: per equiparazione chi dice di non disporre del pos non prevede la possibilità del pagamento elettronico obbligatorio. In questo senso abbiamo elevato già alcune multe. Il secondo limite riguarda il titolare di un'attività che non permette il pagamento elettronico e si giustifica dicendo che il pos è rotto. Parliamo di un'oggettiva impossibilità tecnica legata a problemi di connessione, linea o non funzionamento che non permettono l'applicazione della sanzione. Ma possiamo anche trovarci di fronte a furbetti e se c'è reiterazione c'è strumentalizzazione. Il terzo limite è che le nuove regole non sono state accompagnate da una tangibile riduzione delle commissioni».

IL 117 PER STANARE I FURBETTI
Sebbene possano verificarsi questi ostacoli per incastrare chi non permette il pagamento elettronico, i cittadini che si trovano di fronte a questa inosservanza delle regole possono segnalare la loro esperienza. «Basta chiamare il 117, la nostra linea telefonica di pubblica utilità. Occorre segnalare continua Galluccio - data, soggetto trasgressore, orario, importo, modalità con cui è avvenuta la mancata accettazione del mezzo di pagamento elettronico. Questi elementi dovranno essere poi riscontrati dalla Guardia Finanza».

Le segnalazioni possono essere fatte anche in forma anonima, ma senza dati precisi di riferimento spiegano dalle Fiamme gialle - perdono di valore e saranno valutate solamente insieme ad altri controlli e non in maniera specifica sul pagamento elettronico. Un altro aspetto, probabilmente ancora più importante del mancato pagamento elettronico, è quello delle commissioni che vengono fatte pagare a chi chiede di pagare con bancomat o carta di credito. Una moda che esisteva già prima, ma che è diventata più diffusa dal 30 giugno in poi. «Per l'esercente si apprende è espressamente vietato dall'articolo 62 del Codice del Consumo chiedere una commissione. Rischia una multa da 5.000 a 50.000 euro». L'utilizzo del pagamento elettronico, deciso dal governo perché le transazioni siano tracciabili, non può infatti ricadere sul cliente. La gravità dell'irregolarità si comprende paragonando il costo di questa multa a quella per il mancato pagamento elettronico che è appena di 30 euro più il 4% del valore della transazione negata al consumatore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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