Ponza, la morte del pugile: «Sul corpo di Gianmarco le ferite per un pestaggio»

Ponza, la morte del pugile: «Sul corpo di Gianmarco le ferite per un pestaggio»
di Rita Cammarone
Domenica 6 Dicembre 2020, 16:39 - Ultimo agg. 17:16
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LATINA - «Gianmarco Pozzi è stato vittima di un pestaggio. Il colpo mortale è stato inferto con un corpo contundente che ha scoperchiato il cuoio capelluto». È quanto sostengono i consulenti della famiglia del 28enne romano, trovato cadavere la mattina del 9 agosto scorso in una proprietà privata sull'isola di Ponza, in circostanze ancora tutte da chiarire, sulle quali sono in corso le indagini della Procura di Cassino. I familiari del 28enne, da alcuni giorni in possesso delle fotografie scattate sia sul luogo del rinvenimento del cadavere (un'intercapedine tra la parete di un'abitazione e il muro di contenimento di un terreno a monte) che sul tavolo dell'obitorio in sede di esame esterno, hanno sottoposto le immagini a un medico legale di fiducia.


LA RICOSTRUZIONE
In attesa di formalizzazione di incarico, il professionista ha già fornito un'indicazione di massima sulla ricostruzione dell'accaduto, svelando inquietanti dettagli. Ad anticipare gli estremi della nuova perizia medico-legale della parte offesa è stato, ieri mattina, l'avvocato Fabrizio Gallo, che coordina il pool di legali nominati dai Pozzi. «A una visione delle fotografie ha detto - è possibile affermare che Gianmarco Pozzi, senza ombra di dubbio, ha subito un pestaggio violento. Lesioni molto evidenti, di un'importanza consistente, sono presenti su tutto il corpo».


L'avvocato spiega che «dall'esame delle immagini si evince che il ragazzo ha lottato fino alla fine, per evitare la morte, visti i segni che si notano sulle mani, soprattutto sulla mano sinistra (Gianmarco era mancino). Risulta ancora dalle fotografie che il ragazzo è stato tenuto da dietro con una corda, talmente forte da provocare lesioni all'altezza dell'ombelico. Il corpo presentava sulla spalla sinistra un colpo violento provocato da un mezzo contundente che il collegio ha già individuato, con il quale è stato inferto il colpo mortale che ha scoperchiato il cuoio cappelluto».


FOTOGRAFIE CHOC
Sono fotografie choc quelle che la Procura di Cassino ha messo a disposizione della famiglia Pozzi. «Ho provato un dolore immenso vedendole - ha detto Martina Pozzi - perché ho avuto la certezza che mio fratello fino alla fine abbia sofferto. Spero solo nella verità, che non è quella raccontata nella perizia sull'esame esterno.

Le foto sono chiare».


«Queste immagini ha detto ieri pomeriggio il padre di Gimmy, con la voce interrotta dal pianto me le sarei risparmiate volentieri. Avrei voluto conservare un ricordo migliore di mio figlio. Questa notte non ho dormito Spero che servano a scuotere la coscienza dei responsabili. Per quattro giorni mi sono sentito ripetere che mio figlio era vittima di un incidente. Non era così». Il ragazzo, infatti, secondo quanto riferito dall'avvocato Gallo, anticipando la nuova perizia, dopo il pestaggio sarebbe stato adagiato sul terreno antistante l'intercapedine, «quando era già morto, e successivamente nascosto nello spazio angusto, dove lo stesso è stato ritrovato con l'osso del collo rotto». Alla luce di questa ricostruzione potrebbe essere molto utile l'accertamento tecnico che il sostituto Maria Beatrice Siravo, titolare dell'inchiesta, ha affidato al perito Fabiano Querceto per l'esame dell'iPhone di Gianmarco, Gimmy per gli amici. Le conclusioni della nuova perizia medico-legale, che troverà la firma di un autorevole professionista, sono fortemente in contrasto con quelle della dottoressa Lucidi che attribuisce al quadro lesivo riscontrato una compatibilità con la precipitazione dall'alto, escludendo l'azione di terzi. Per questa ragione, la prossima settimana, l'avvocato Gallo chiederà al pubblico ministero Siravo la revoca della dottoressa Lucidi «o una precisazione sottolinea - sulla sua consulenza che al momento non dà alcuna risposta sui numerosi traumi lesivi esistenti sul corpo di Gianmarco Pozzi».


Il sostituto procuratore Siravo, nelle ore successive al decesso del giovane, che si trovava a Ponza per fare il buttafuori nella discoteca Blue Moon, aveva conferito incarico alla dottoressa Lucidi per l'esame esterno ed eventualmente l'autopsia. Ma alla luce del primo esame, e del prelievo per il test tossicologico, che ha poi riscontrato «una condizione di intossicazione acuta di cocaina» come da atto depositato in Procura nei giorni scorsi, la dottoressa Lucidi non aveva ritenuto opportuno procedere ad autopsia. La successiva cremazione della salma ne impedirà l'esecuzione.

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