Mediterraneo sempre più caldo, spuntano nuove specie tropicali: spariscono gorgonie e alghe rosse

Tutti i risultati del rapporto Mare caldo di Greenpeace presentato a Trieste

Il Mediterraneo si surriscalda, a rischio gorgonie e alghe rosse
Il Mediterraneo si surriscalda, a rischio gorgonie e alghe rosse
Mercoledì 25 Maggio 2022, 16:43 - Ultimo agg. 26 Maggio, 07:52
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Il surriscaldamento dei mari mette a rischio anche il Mediterraneo:  l'aumento delle temperature sta causando drastici cambiamenti della biodiversità marina, provocando danni irreversibili alle specie coralline che ne compongono l'habitat mentre allo stesso tempo compaiono nuove specie "aliene", tipiche delle acque tropicali. Particolarmente a rischio  le gorgonie rosse, bianche e gialle della Area marina protetta di Capo Carbonara (Sardegna), ma a sbiancarsi come i coralli tropicali sono anche le alghe corallinacee incrostanti, particolarmente colpite da questo fenomeno nelle Amp di Torre Guaceto (Puglia) e Capo Carbonara, e il madreporario mediterraneo Cladocora caespitosa.

Il dossier

A Miramare (Trieste) nell'agosto 2021 è stato possibile evidenziare la relazione tra una moria di spugne nere dovute alla presenza di solfobatteri e un'ondata di calore in mare.

Lo ha rivelato il secondo rapporto del progetto Mare Caldo di Greenpeace e Università di Genova, presentato  Trieste: in particolate è stata rilevata un'anomala «ondata di calore» a giugno 2020 all'Isola d'Elba e all'Area Marina Protetta di Portofino, con temperature che in pochi giorni e per un periodo di tre settimane hanno registrato un aumento di circa 1,5 gradi centigradi rispetto al valore medio mensile, fino a 35-40 metri di profondità. Questi shock termici, registrati anche in Spagna e Francia nello stesso periodo, si sono rivelati particolarmente dannosi per gli organismi sensibili come le gorgonie, specie simbolo dell'habitat a coralligeno del Mediterraneo.

Il progetto Mare caldo

Il progetto Mare caldo è iniziato a fine 2019 con una stazione pilota per la misurazione delle temperature fino a 40 metri di profondità installata da Greenpeace nel mare dell'Isola d'Elba. Dopo l'adesione nel 2020 di quattro Amp (Portofino in Liguria, Plemmirio in Sicilia, Capo Carbonara e Tavolara-Punta Coda Cavallo in Sardegna), nel 2021 si sono aggiunte l'Amp di Torre Guaceto in Puglia, Miramare in Friuli Venezia Giulia, Isola dell'Asinara in Sardegna e Isole di Ventotene e Santo Stefano nel Lazio. Oggi con l'adesione dell'Amp delle Cinque Terre e dell'Amp delle Isole Tremiti sono ben dieci le Aree Marine Protette che hanno deciso di aderire alla rete e di lavorare insieme a Greenpeace.

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