Coltellate al collo e alla testa, dal killer arrivato in bus. «Sonia ha lottato per difendersi»

Coltellate al collo e alla testa, dal killer arrivato in bus. «Sonia ha lottato per difendersi»
di Erasmo MARINAZZO
Giovedì 4 Febbraio 2021, 10:20 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 02:59
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Coltellate alla testa e al collo. Tutte alle spalle. E una ferita a un polso: il segno dell'estremo tentativo di Sonia Di Maggio di fermare la furia assassina dell'ex fidanzato ed omicida reo confesso Salvatore Carfora, 38 anni, di Torre Annunziata. L'autopsia di ieri pomeriggio del medico legale Alberto Tortorella ha confermato il quadro della tragedia consumatasi lunedì sera verso le 19 a Specchia Gallone, frazione di Minervino di Lecce: Sonia, 28 anni, di Rimini, è stata vittima dell'agguato tesole per strada dall'ex sceso dal pullman come una furia con l'intenzione di ammazzarla quando l'ha vista passeggiare con il nuovo compagno Francesco Damiano, 29 anni, carpentiere del posto.

Lungo via Giovanni Pascoli stavano per raggiungere il supermercato, prima che Carfora l'aggredisse.
Un femminicidio. L'autopsia, e prima ancora la confessione del reo, hanno spazzato via qualsiasi dubbio sulla possibilità che Sonia si fosse interposta fra l'ex e il nuovo fidanzato. L'obiettivo era lei, come del resto hanno confermato i due militari della Guardia di finanza sullo stesso pullman delle Ferrovie Sud Est che ha condotto Carfora da Lecce a Specchia Gallone dopo essere partito da Napoli portandosi dietro il coltello usato per ammazzarla: lo hanno visto chiedere all'autista di fermarsi quando il pullman ha incrociato la coppia. La fermata sarebbe stata pochi metri più avanti ed invece in quel momento è scattata la follia omicida: è saltato giù, ha gettato lo zainetto, li ha rincorsi e l'ha colpita. Tante volte. Una ventina di coltellate. Una sequenza emblematica della rabbia accumulata dal momento in cui aveva deciso di toglierle la vita per vendicarsi della decisione presa quattro mesi fa di interrompere la loro relazione.
Percosse, Sonia era stata anche picchiata. E con Francesco erano stati vittime di messaggi dal contenuto minaccioso: «Meglio che rinunci a Sonia si no ti faccio fare  una brutta fine decidi bene», uno dei messaggi estrapolata dallo smartphone del nuovo fidanzato nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Alberto Santacatterina con i poliziotti del Commissariato di Otranto e della Squadra mobile. «Ai ancora poco da ridere poi rido io...non sai contro chi ti 6 messo te ne accorgerai».
L'autore è stato poi individuato ad Otranto dalla polizia captando le celle occupate dal suo smartphone. Ed ha confessato una volta sottoposto am fermo. Omicidio aggravato dalla premeditazione ed anche dalla circostanza che la vittima fosse stata oggetto di atti persecutori meglio conosciuti come stalking, l'ipotesi di reato contestata a Carfora e di cui risponderà nell'interrogatorio fissato per domani dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giulia Proto. È difeso dall'avvocato Ilario Manco.

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