Caduta fatale al liceo per uno studente: ora c’è un indagato

Caduta fatale al liceo per uno studente: ora c’è un indagato
Martedì 24 Gennaio 2017, 07:23 - Ultimo agg. 13:27
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Svolta nell’inchiesta penale sulla tragedia in cui perse la vita a 17 anni Andrea De Gabriele, di Campi Salentina. Il fascicolo non è più “contro ignoti”, c’è un nome nel registro degli indagati. Quel nome che - per il momento e fatte salve tutti gli accertamenti in corso - risponde di omicidio colposo per la morte di De Gabriele nella tarda mattina dell’8 gennaio 2014, quando fece un volo di dieci metri sfondando il lucernario della succursale di via Pozzuolo del liceo Scientifico “Cosimo De Giorgi” di Lecce.

E’ stato dato dunque seguito alla decisione del giudice per le indagini preliminari, Vincenzo Brancato, di respingere (per la seconda volta) la richiesta di archiviare l’inchiesta e di accogliere l’opposizione presentata dagli avvocati Francesca Conte ed Antonio De Mauro per conto dei genitori di Andrea.
Punto ed a capo, dunque, per chiarire se si sarebbe potuto o meno scongiurare quella tragedia consumatasi sotto gli occhi dei compagni di classe. Se ne sta occupando il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, dopo la partenza del pubblico ministero Giuseppe Capoccia per prendere il posto di capo della Procura di Crotone. Sono in corso l’ascolto dei ragazzi testimoni della tragedia e le verifiche delle condizioni di sicurezza del cortile dove quegli studenti avevano appena finito l’ora di Educazione fisica. 
Sono state queste le indicazioni trasmesse dal giudice Brancato nell’ordinanza di rigetto dell’archiviazione, come pure quella di valutare sia le possibili responsabilità dell’insegnante di Educazione fisica che del dirigente scolastico.
Nelle indagini svolte in precedenza particolare non sono emerse omissioni sia nel comportamento tenuto dall’insegnante mentre la scolaresca stava per lasciare quel cortile, che sul fronte della sicurezza: il professore - hanno detto gli accertamenti dei poliziotti della Squadra mobile - aveva sottolineato con fermezza di non provare a scavalcare la recinzione alta due metri e mezzo che circonda il lucernario.
Come è vero pure che i consulenti tecnici della Procura hanno sostenuto che quella protezione sia sufficiente ad indicare una situazione di pericolo: è lì, ben visibile, tutta intorno al lucernario. 
Per questo il pubblico ministero Capoccia non aveva rilevato profili di carattere penale : “Deve concludersi che l’evento infausto è risultato riferibile esclusivamente a una condotta repentina della giovane vittima, autodeterminatosi a scavalcare la rete metallica per recuperare il proprio giubbino, pur consapevole dello specifico divieto impartito dal docente”.

Di diverso orientamento la memoria depositata dai legali dei genitori del ragazzo: quell’apertura ha rappresentato un potenziale pericolo di morte, proprio perché il cortile era in uso a ragazzi capaci di scavalcare la recinzione con un balzo. E secondo i legali - è dunque un rilievo di parte - l’insegnante di Educazione fisica avrebbe dovuto assicurarsi che tutti i ragazzi lo stessero seguendo, prima di lasciare il cortile.
Andrea, invece, si attardò per recuperare il giubbino finito oltre la recinzione: la grata del pavimento non sostenne il peso. E volò giù fra l’incredulità dei compagni.
La nuova inchiesta dovrà chiarire se fu una fatalità e se ci furono semmai errori o omissioni a scuola.
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