Scambio elettorale politico-mafioso, si dimette l'ex sindaco ai domiciliari

L'ex sindaco di Neviano, Antonio Megha
L'ex sindaco di Neviano, Antonio Megha
Martedì 8 Febbraio 2022, 10:44 - Ultimo agg. 10:48
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Ha lasciato la carica di assessore alla Cultura del Comune di Neviano, l'avvocato Antonio Megha, 62 anni, ex sindaco. Le dimissioni sono state presentate ieri a poche ore dalla notifica dell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che gli contesta l'ipotesi di reato di scambio elettorale politico-mafioso. Protocollate questa mattina, le dimissioni, nel Comune del Salento a pochi chilometri da Gallipoli. Dunque Megha non fa più parte della Giunta guidata dalla sindaca Fiorella Mastria, eletta con il voto di settembre 2020 diventato oggetto dell'inchiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Carmen Ruggiero, e dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo.

I voti del clan

Megha risponde di scambio elettorale politico-mafioso in concorso in concorso con Michele Coluccia e Nicola Giangreco.

Deve difendersi dall'accusa di avere accettato da Michele Coluccia, attraverso Nicola Giangreco, la promessa del sostegno alle elezioni comunali di settembre 2020. Almeno 50 voti, indicano le carte dell'inchiesta.

In cambio di 3.000 euro, un posto di lavoro ad uno dei figli di Michele Coluccia nell'impresa incaricata di raccogliere e smaltire i rifiuti nel Comune di Neviano: progetto non realizzato, dopo avere preso consapevolezza dell'esistenza di un protocollo di autotutela nella Bianco Igiene Ambiente, che prevede di indicare le parentele per verificare eventuali legami dei dipendenti con la criminalità e con la criminalità organizzata. Inoltre l'accusa sostiene che Megha abbia promesso al clan la disponibilità dell'apparato politico-amministrativo, nonchè di rappresentare gli interessi di Michele Coluccia in Calabria.

Le intercettazioni

Nell'inchiesta sono confluite numerose intercettazioni telefoniche in cui l'ex sindaco parla della caratura criminale dei Coluccia e dei voti che avrebbero potuto garantirgli. E' difeso dall'avvocato Giuseppe Corleto. 

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