Persecutori al telefono, la difesa resta difficile

Persecutori al telefono, la difesa resta difficile
di Federico Monga
Sabato 3 Luglio 2021, 08:00
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Gentile Direttore,
pare che davvero non ci sia niente da fare per bloccare lo stalking di società telefoniche e call center e anche di società che forniscono energia, che ci perseguitano 24 ore al giorno. Blocco tanti numeri telefonici, ma inutilmente. Poi c’è il «numero privato», massimo della persecuzione. Le telefonate da Province italiane come la famosa Cuneo di Totò o da Belluno o da Caltanissetta, perlomeno, ti avvisano, che si tratta di un rompiscatole, ma di fronte a tutte le altre violenze siamo impotenti. Che dire: «I’ vulesse truvà pace», è il titolo di una poesia del grande Eduardo. Lasciateci in pace!

Giuseppe Gallo
Napoli

Caro Giuseppe,
non me ne parli. All’ora di pranzo, all’ora di cena, persino la domenica, sul cellulare e al telefono fisso di casa. L’ultima novità è sulla linea di Whatsapp. Siamo circondati. Purtroppo, però, ne siamo, per pigrizia complici.

Ogni volta che acquistiamo qualcosa on line, accettiamo di metterci nelle mani dei venditori di qualsiasi merce o servizio attraverso il telefono. Insomma ci tiriamo, inconsapevolmente, la cornetta sui piedi. Come difendersi? Pare quasi impossibile. Una volta c’era un registro a cui iscriversi. L’ho fatto, per circa sei mesi è andata bene, poi è ricominciato l’assalto soprattutto sul cellulare che non era registrato su nessun elenco. A fine 2019 un nuovo Decreto aveva sbloccato l’allargamento del registro delle opposizioni ai numeri telefonici fissi non contenuti negli elenchi pubblici e a quelli dei cellulari: il 1° Dicembre 2020 era la data fissata per l’operatività del nuovo registro. Ma è intervenuto il Consiglio di Stato che ha congelato il decreto. Mettiamoci poi che non è stato mai approvato il regolamento di attuazione che doveva assicurare lo scudo «certo» a 100 milioni di cellulari da dicembre 2020. E l’assedio continua. 

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