Assumere i nipoti scatena i peggiori istinti populisti

Assumere i nipoti scatena i peggiori istinti populisti
Giovedì 25 Novembre 2021, 08:00
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Gentile Direttore,
ho letto ieri sul Mattino, quotidiano a cui sono affezionato, che il Consiglio Regionale della Campania ha cancellato il divieto per i contratti e i distacchi per i congiunti degli eletti fino al terzo grado! Una norma che avrebbe visto d’accordo maggioranza ed opposizione, perché in politica nessuno vuole rinunciare ai vantaggi. Le dirò: rimango basito, in quanto si dà forza alle carriere dei “raccomandati” e dei componenti della cerchia familiare degli eletti, eliminando o facendo diminuire molte possibilità a coloro che, per competenza ed onestà intellettuale, potrebbero meritare una onesta carriera all’interno del Consiglio. Non le sembra, direttore Monga, una via aperta al consolidamento del clientelismo? La saluto cordialmente. 

Pietro Sanguineti
Napoli

Caro Pietro,
vediamo se dopo la denuncia comparsa sul Mattino in consiglio regionale avranno il buon gusto di tornare sui loro passi. In ogni caso la giustificazione che l’autorità anticorruzione abbia dato il via libera è una foglia di fico.

Il punto non è di legalità ma di opportunità, anzi di decenza, politica. Fa specie che la norma sia stata approvata all’unanimità da tutte le forze politiche compreso il Movimento cinque stelle, con una sola eccezione, che aveva nel suo dna e nella sua ragione sociale originaria il contrasto di provvedimenti come la possibilità di assumere mogli, mariti, figli e nipoti. Scelte così scellerate non fanno altro che dare la stura ai peggiori istinti populisti dove si finisce a far tutto di un erba un fascio. La schifezza di poter assumere il nipote senza concorso viene mescolato, nell’impasto bestiale dei social, con il sacrosanto aumento degli stipendi dei sindaci e degli assessori metropolitani. Fa sì che si addebitino, come è stato riportato su certa stampa, alla giunta di De Luca scelte che invece sono tutte del consiglio e dei partiti. Insomma riemergono tutti gli ingredienti del peggior dibattito politico degli ultimi anni che francamente speravamo di aver lasciato alle spalle. 

Federico Monga

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