Campania, Terra dei fuochi e rifiuti dalle prime pagine all'oblio

Campania, Terra dei fuochi e rifiuti dalle prime pagine all'oblio
di Massimiliano Iervolino*
Sabato 16 Gennaio 2021, 09:40 - Ultimo agg. 09:44
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Per tanti anni la Campania sulla questione dei rifiuti è stata al centro di mille attenzioni nazionali: centinaia e centinaia di articoli di giornale, libri e dossier, relazioni parlamentari e indagini conoscitive, report giornalistici e puntate di famosi programmi televisivi. Ma ormai da almeno due anni è calato il silenzio: perché?

Eppure ci sono numerose questioni ancora da risolvere così come ci sono altrettante risposte da fornire. Per sintetizzare una situazione di per sé molto complessa suddividiamo la faccenda in due: da una parte le attività da mettere in campo per ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia del 2015 e dall’altra l’indagine conoscitiva sui terreni agricoli così come stabilito dal cosiddetto decreto Terra dei fuochi del dicembre 2013. A distanza di cinque anni e mezzo dalla condanna nei confronti dell’Italia e a sette dal provvedimento del Governo (Letta) siamo all’anno zero. Poche azioni e nessuna risposta. Tuttavia a nessuno più sembra interessare. Eppure parliamo di due questioni importantissime sulle quali autorevoli esponenti campani del Movimento 5 stelle ci hanno costruito una carriera. Ma vediamole.

La prima è la seguente. Il 16 luglio 2015 la Corte di giustizia ha condannato l’Italia principalmente per la carenza nella capacità della regione Campania di gestire i propri rifiuti urbani. In particolare, la Corte considera che il numero di impianti aventi la capacità necessaria a trattare i rifiuti prodotti dalla regione Campania è insufficiente, dato che il trattamento di una parte cospicua dei rifiuti dipende da trasferimenti verso altre regioni e altri Stati. La Corte ha quindi condannato il nostro Paese a versare una multa forfettaria di 20 milioni di euro e di una penalità giornaliera di 120.000 euro. Il 16 gennaio 2021, nel silenzio generale, scatterà l’undicesima multa semestrale il cui ammontare si andrà ad aggiungere ai circa 240 milioni di euro già versati dagli ignari cittadini italiani a favore della Commissione europea. Cosa chiede la Corte all’Italia? Che la regione Campania si adoperi affinché vengano realizzati gli impianti previsti dal Piano rifiuti che la renderebbero autosufficiente ed elimini quelle cittadelle della mondezza dove sono stipate (da ormai 20 anni) più di quattro milioni di ecoballe (corrispondenti a più di cinque milioni di tonnellate di rifiuti).

Per chi non sapesse cosa sono le ecoballe il consiglio è quello di cercare su google: l’impatto visivo è forte di una vergogna presente nel Mondo solo in Campania.

La seconda questione attiene ad una indagine che tutti chiedevano a gran voce ma che purtroppo i più hanno velocemente dimenticato. Il D.L 136/2013 (cosiddetto decreto “terra dei fuochi”) convertito in Legge n° 6 del 06.02.14 prevede la mappatura dei terreni agricoli della Regione Campania, eventualmente interessati da contaminazioni a causa di sversamenti e/o smaltimenti abusivi di rifiuti anche mediante combustione e la successiva classificazione ai fini dell'uso agricolo. Obiettivo prioritario del provvedimento è quello di acquisire una fotografia ufficiale della situazione dei territori della regione Campania, attraverso una mappatura delle aree che individui quelle interessate da fenomeni di inquinamento tali da rendere necessarie limitazioni nella coltivazione. Attraverso una direttiva del 23 dicembre 2013 sono stati individuati i componenti del gruppo di lavoro Terra dei fuochi al fine di indagare sul campo per rispondere alla domanda delle domande che, per lustri, abbiamo sentito ripetere a reti unificate: i terreni agricoli della Campania sono compromessi tanto da dover vietare la coltivazione e la successiva commercializzazione dei prodotti? A sette anni dal Decreto terra dei fuochi qualcuno è in grado di rispondere? Perché le relazioni sulle analisi effettuate sul campo si fermano al 2017? Che fine ha fatto il Gruppo Terra dei Fuochi? Perché i risultati delle relazioni del 2014, 2015 e 2017 non sono mai stati discussi pubblicamente?

Le due grandi questioni che come Radicali italiani continuiamo a porre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni dovrebbero avere la stessa dignità di quando venivano denunciate a reti unificate. Lo diciamo ai Saviano, ai Santoro, ai Ruotolo e ai responsabili di Report e delle Iene, così come ai tanti altri giornalisti e politici che per anni se ne sono occupati: perché è calato questo silenzio?

*Segretario Radicali Italiani
 

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