Gentile Direttore,
quanto accaduto allo studente Alejandro, di Siviglia, splendida città spagnola che ho visitato e che per atmosfera positiva e calore umano mi è sembrata simile a Napoli, mi ha mortificato. A Castellammare è stato violentemente picchiato a scopo di rapina. Non voglio chiedere retate di ritorsione a Castellammare, perché se ne fanno tante, né caccia ai colpevoli che la faranno franca, magari con miti pene, né telecamere che tanto nessuno guarda o sono sempre rotte, né invio di militari che poveretti non possono mica sparare ai civili, né costruzione di nuovi ospedali o assunzione di personale multilingue. Voglio solo chiedere a nome dei napoletani scusa ad Alejandro. E se c’è un modo per risarcirlo lo si facesse subito.
Rosario De Falco
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Caro Rosario,
credo che la sua proposta di chiedere scusa al ragazzo spagnolo aggredito a Castellammare anziché invocare la solita retata o giro di vite che dir si voglia sia la soluzione più giusta. Oltre al trauma della rapina, avvenuta nei giardinetti vicini al porto, dove le telecamere di sorveglianza sono fuori uso da tempo, Alejandro ha vissuto una brutta esperienza anche al pronto soccorso di un ospedale napoletano: «Ho passato tutta la notte tra gente che urlava per il dolore e tanti malati e con nessuno che sapeva una parola di inglese». Ha annunciato che non tornerà più. Forse il presidente della città metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi potrebbe invitarlo di nuovo per un soggiorno tra le nostre bellezze artistiche e naturali. Bisogna fargli cambiare idea a tutti i costi su quella frase rilasciata al Mattino, «tornerò in Italia ma non al Sud perché, come mi avevano avvertito, è pericoloso». Per lui e anche per Napoli e il Sud.
Federico Monga