Catherine Spaak, il mito dell'eleganza eterna

Catherine Spaak, il mito dell'eleganza eterna
Mercoledì 20 Aprile 2022, 00:00
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Gentile direttore,
a 60 anni e più forse iniziano a venire pensieri nostalgici. Di fronte alla morte di un’attrice del calibro di Catherine Spaak, mi viene una grande tristezza. Catherine, con la sua bellezza fresca ed elegante, l’abbiamo tanto apprezzata in tutte le versioni della carriera. Bellissima e signorile, ma anche capace di osare, di essere provocatoria con eleganza, nella trasmissione Harem. Lei mi dirà che tutto passa e che non si può vivere di ricordi. Ma il fatto è che io non trovo più artisti completi, in grado di resistere per decenni come ha fatto Catherine o, prima, Raffaella Carrà. È che tutto mi sembra molto passeggero, ed ogni tanto mi trovo - di fronte a notizie come queste - a fare i paragoni tra oggi e il passato. Secondo lei c’è una diminuzione del tasso artistico in generale? O sono io solo più vecchio?

Gennaro Scarano
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Caro Gennaro,
di Catherine Spaak sui giornali di ieri si è raccontato molto, quasi tutto. In molti ritratti, come anche lei ricorda, è stata messa in rilievo la sua versatilità artistica: attrice, presentatrice, ballerina.

Credo però che il suo grande e vero tratto distintivo, oggi sempre più raro, fosse la signorilità, l’eleganza. Nell’accezione di Jean Paul Sartre: «L’eleganza è quella qualità del comportamento che trasforma la massima qualità dell’essere in apparire». Ma anche in quella di Giorgio Armani: «L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare». Ecco Spaak appariva senza essere appariscente. Tutti la ricorderemo per la sua classe, il suo savoir faire, i suoi modi da gran signora, per la sua bellezza naturale. Al giorno d’oggi ritocchi, ritocchini e ritocconi spesso rendono le donne tutte molto belle ma tutte molto uguali. Catherine, come altre dive del passato, aveva invece un suo fascino quasi primordiale. Perché, come diceva Honoré de Balzac: «Ricchi si diventa, eleganti si nasce». 

Federico Monga

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