Gentile Direttore,
ho apprezzato Conte quando, da presidente del Consiglio, ha fatto il possibile per contrastare le fasi più violente della pandemia. Anzi, l’ho difeso quando è stato attaccato dai soliti sapientoni dell’opposizione, che sembravano volergli addebitare tutti i guasti del mondo. Ricordo che Conte diceva pure che, dopo la sua esperienza di «avvocato del popolo al servizio del Paese» sarebbe tornato a fare il professore. E io a pensare: «Ecco uno che non considera indispensabile la politica». Ed invece Conte s’è infilato nella crisi della popolarità M5S e ne ha preso il comando. Via al viaggio popolare per l’Italia, a cominciare da Napoli, a mangiare pizza, stringere mani e fare annunci come una star della politica.
Sergio Lombardo
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Caro Sergio,
speriamo almeno che Giuseppe Conte non faccia come Mario Monti. L’ex premier bocconiano in loden che, dopo essersi presentato nello studio televisivo della giornalista Bignardi con un cagnolino in braccio nel tentativo di dare una botta di vitalità alla sua autorevole immagine, rinnegò poco tempo dopo in un altro studio televisivo il grazioso quadrupede che aveva addirittura adottato: «Chi vi parla, perché così vuole coltivare la sua immagine chi non mi ama, è colui che in uno studio televisivo si è trovato tra le braccia, di sorpresa, poco corretta, ad opera di una sua collega - collega è dire molto - un cagnolino.