Restare a Napoli significa ​aiutarla a migliorare

Restare a Napoli significa aiutarla a migliorare
Lunedì 6 Settembre 2021, 08:00
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Gentile Direttore, 
mi chiamo Ilaria, ho 40 anni, sono napoletana. Per scelta sono ritornata a vivere a Napoli, dopo 10 anni, 3 vissuti a Roma e 7 a Firenze. La pandemia mi ha portato molte riflessioni, tra cui “voglio tornare a casa, Napoli”. Le emozioni erano contrastanti, la felicità di ritrovare la famiglia e gli amici e la consapevolezza di lasciare un luogo “a misura di famiglia”, frase retorica, ma vera. Lascio Firenze, la città ordinata, i servizi funzionano, in motorino a 3 non si va, il casco lo mettono tutti, la vita scorre tutto sommato in maniera serena, troppo serena…quasi da diventare noiosa, forse perché chi ci abita non ha il famoso «sole dentro». Rientro a Napoli, si va ancora a tre in motorino, il casco si indossa in base alle zone. Ritrovo i miei amici, la mia famiglia, ritrovo, nonostante la pandemia, la voglia di vivere nei volti della gente. Festeggio di nuovo gli onomastici nell’Ufficio. Napoli, la mia amata, l’energica, la sfidante, la contraddittoria. Affitto casa in via Chiatamone, la galleria non è agibile. La via è sporca, la gente che “amo e odio”, porta i cani a fare i bisogni sotto il mio palazzo. Via Chiatamone è impraticabile. La puzza di escrementi è nauseante. Per rientrare a casa devo fare lo slalom tra lo sporco ordinario e le cacche di cani di padroni ignoranti. Chiedo che sia data visibilità alla notizia in modo da poter svegliare qualcuno da questo sonno “eterno” della Napoli “liberata” con un lungomare nuovamente “carcerato”.

Vorrei poter dichiarare una guerra di “civiltà” all’interno della stessa città. Voi da che parte state? I civili o gli incivili? A voi la scelta.

Ilaria Augusto
Napoli

Cara Ilaria,
partiamo dalla fine anche se la sua domanda non può che avere una risposta scontata. Noi del Mattino stiamo dalla parte di chi ama Napoli. E amare Napoli vuol dire soprattutto rispettare la sua storia, la sua bellezza e la sua vita quotidiana. Come avrà potuto leggere sul giornale da mesi siamo impegnati in una vera battaglia per la riapertura il prima possibile della galleria Vittoria. Non molleremo neanche un giorno. È una promessa che abbiamo fatto ai nostri lettori e che confermo anche a lei. Sono sicuro però che la prossima amministrazione comunale, chiunque vinca la competizione elettorale, farà funzionare meglio gli autobus e pulirà, almeno un poco di più, le strade. Ci vuole poco, dirà lei ma lo penso anche io, a far meglio dopo dieci anni di non amministrazione. Non c’è dubbio ma la vera sfida è un’altra. E lei ne rappresenta un po’ il prototipo: far tornare il maggior numero possibile di napoletani pronti ad impegnarsi e a combattere per la loro città. Deve finire la stagione della rassegnazione, del fujetenne. Deve iniziare l’era dello “stàteve ccà”.

Federico Monga

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