Gentile Direttore,
è difficile il momento che vivono i nostri ragazzi. Usciamo e rientriamo di casa e il più delle volte li troviamo vestiti allo stesso modo di come li abbiamo lasciati e magari nello stesso punto della casa. La loro vita è statica. I loro movimenti ridotti al minimo. Si spostano dal pc alla playstation, arrivando alla sera che guardano la tv, insieme ad amici e amiche, dal doppio schermo pc/computer. Eppure, saranno gli ultimi ad essere vaccinati. Quelli che in fondo vivranno più a lungo la lotta al Covid. Mi è venuta un’idea: ma perché, per dar loro una speranza, non li vacciniamo a gruppi? Perché il premier non ascolta una loro rappresentanza? Dovremmo avere più attenzione nei loro confronti.
Nicola Campoli
Napoli
Caro Nicola,
ho le competenze per stabilire chi debba essere vaccinato prima: se gli anziani più deboli, ma che possono anche stare protetti in casa, o i ragazzi più forti, ma più facili al contagio perché meno attenti e, soprattutto, perché dovrebbero andare a scuola.