Gentile Direttore,
il Governo ha varato il SuperGreen pass. Tutte le limitazioni in esso previste dovrebbero, ripeto, dovrebbero proibire ai non vaccinati tutta una serie di attività, ludiche, sportive o di ristorazione. Ma io mi convincerò della validità effettiva di tali provvedimenti solo quando vedrò che in un cinema, o in una discoteca, o in un ristorante vengano fatti, da qualcuno ad esso proposto, controlli sulla effettiva corresponsione tra il nome e cognome sul Grenpass con quello sulla carta di identità. È vero che i titolari delle diverse attività non sono preposti a questo controllo ma è pur vero che è un semplice stratagemma quello di prestare o “noleggiare” a chi lo richiede il proprio documento, cartaceo o sullo smartphone. Son convinto che laddove il “pezzottare” è prassi comune la pratica sia già in atto.
Rosario Palumbo
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Caro Rosario,
al di là dei controlli, che come abbiamo ricordato più volte anche in questa rubrica, rappresentano il vero neo nella battaglia valorosa del nostro Paese contro il Covid, le voglio dire con la solita franchezza cosa penso di chi, come dice lei, “pezzotta” il green pass.
Federico Monga