Egregio Direttore,
il Professor Prodi sul Mattino del 4 aprile scrive che vi sono forti spinte per rimuovere l’unanimità nelle decisioni da prendere in Consiglio d’ Europa e nella preparazione di questa conferenza ben otto di questi Paesi sembra che si oppongano alla abolizione dell’unanimità. Nell’era dei mercati globalizzati, l’unanimità ha rappresentato un elemento frenante che unitamente alla strenua, spesso miope, difesa delle identità nazionali ed alla resistenza a cessioni di sovranità, ha impedito all’Europa di essere all’altezza delle sfide globali. Il Professore Prodi critica gli Stati che si oppongono al superamento dell’unanimità, ma proprio negli anni della sua guida della Commissione europea si registrò l’allargamento degli Stati aderenti. Questo allargamento, secondo me, fu un errore perché prevalsero le ragioni della real politik sui valori fondanti dell’Unità europea. Ma intanto ci sono stati la mancanza dell’unità politica dell’Europa e la mancanza di condivisione di valori europei fondanti. Secondo me, per giungere quanto più possibile alla unità politica dell’Europa ed a velocizzare le decisioni, vanno superati la regola dell’unanimità e il diritto di veto.
Franco Verde
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Caro Franco,
l’Unione Europea non si sente affatto bene.