L'Europa che arranca in un mondo che va veloce

L'Europa che arranca in un mondo che va veloce
di Federico Monga
Mercoledì 14 Aprile 2021, 08:00
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Egregio Direttore,
il Professor Prodi sul Mattino del 4 aprile scrive che vi sono forti spinte per rimuovere l’unanimità nelle decisioni da prendere in Consiglio d’ Europa e nella preparazione di questa conferenza ben otto di questi Paesi sembra che si oppongano alla abolizione dell’unanimità. Nell’era dei mercati globalizzati, l’unanimità ha rappresentato un elemento frenante che unitamente alla strenua, spesso miope, difesa delle identità nazionali ed alla resistenza a cessioni di sovranità, ha impedito all’Europa di essere all’altezza delle sfide globali. Il Professore Prodi critica gli Stati che si oppongono al superamento dell’unanimità, ma proprio negli anni della sua guida della Commissione europea si registrò l’allargamento degli Stati aderenti. Questo allargamento, secondo me, fu un errore perché prevalsero le ragioni della real politik sui valori fondanti dell’Unità europea. Ma intanto ci sono stati la mancanza dell’unità politica dell’Europa e la mancanza di condivisione di valori europei fondanti. Secondo me, per giungere quanto più possibile alla unità politica dell’Europa ed a velocizzare le decisioni, vanno superati la regola dell’unanimità e il diritto di veto.

Franco Verde
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Caro Franco,
l’Unione Europea non si sente affatto bene.

La disastrosa gestione dei vaccini ha dato un duro colpo alla sua credibilità. Non è stata finanziata a sufficienza la ricerca, sono stati sbagliati i contratti di acquisto con le grandi multinazionali farmaceutiche, le pur blande penali per mancato rispetto degli accordi non sono state fino ad ora applicate, non si sono concluse intese per la produzione in fabbriche europee di sieri brevettati da altri. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: i nostri concorrenti fuori dall’Europa, Gran Bretagna e Stati Uniti, stanno vaccinando a tappeto e si avvicinano all’agognata soglia dell’immunità di gregge. Gli stati dell’Unione Europea, tutti, arrancano. Ormai è chiaro che la natura della Ue è pachidermica. E anche quanto tenta di muoversi rapidamente, come nel caso dei vaccini, i risultati non sono buoni. Urge una svolta vera. Nessuno come il professor Prodi conosce, per aver toccato con mano, i pregi e i limiti dell’Unione. Il diritto di veto e l’unanimità obbligatoria sono due ostacoli che, una volta terminata la pandemia, dovranno essere affrontati e superati se si vuole continuare a stare al passo in un mondo dove la velocità di decisione è (quasi) tutto.

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