L'ossessione dei Le Pen, ​perdenti di successo

L'ossessione dei Le Pen, perdenti di successo
Venerdì 22 Aprile 2022, 08:00
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Gentile Direttore,
nessuno ha la palla di vetro e può sapere come finirà. Mi riferisco al ballottaggio di domenica in Francia, quando per le Presidenziali si affronteranno l’uscente Macron e la sfidante di destra Le Pen. Alla vigilia del primo turno si temeva un distacco minore, invece Macron è in testa. Ma i ballottaggi, rispetto al primo turno, sono sempre un’altra storia. Il fatto, però, è che io temo un risultato che non sia quello che fanno pensare il primo turno e le promesse dei socialisti, di poco terzo partito. Sono preoccupato perché, con una vittoria di Le Pen, gli effetti si avrebbero anche sul quadro europeo. C’è il rischio serio di un’Unione che perda il contributo che Macron ha dimostrato di poter dare nel cercare di mettere la Russia in un angolo. Sono io che ho qualche paura di troppo?

Marino Simone Gallo
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Caro Marino,
nemmeno io ho la palla di vetro ma sul ballottaggio per l’Eliseo le previsioni lasciano pochi margini di incertezza: domenica sera Macron sarà ancora una volta presidente della Francia.

La storia dei Le Pen non è politica ma assomiglia di più a una saga familiare di perdenti di successo. Stiamo parlando del partito personale più duraturo nell’Europa moderna. L’elenco delle sconfitte alle elezioni sfiora il paradosso: 1988 Jean-Marie Le Pen; 1995 Jean-Marie Le Pen; 2002 Jean-Marie Le Pen; 2007 Jean-Marie Le Pen; 2012 Marine Le Pen; 2017 Marine Le Pen. Si parte da prima della caduta del muro di Berlino e si arriva al post Covid. Nel mezzo i cicli politici hanno avuto stravolgimenti epocali, in Francia e non solo, tranne che per i Le Pen. La parabola dell’estrema destra francese appare allora più come un’ossessione che come un percorso sociale e politico. Il sistema del doppio turno non ha mai portato bene, tranne rare eccezioni, ai partiti personali. Berlusconi lo aveva capito fin dai suoi esordi e per questo motivo non ha mai accettato una riforma elettorale che prevedesse i ballottaggi. 

Federico Monga

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