Cari Almerico Pagano, Elvira Pierri, Giovanni Negri, Gennaro Capodanno, Elio Gomez, Franco Verde, cavalier Alberto Improta, Antonio Migliorino.... Vorrei ricordarvi tutti ma lo spazio non me lo concede. In questi quattro anni da direttore ho risposto a centinaia di lettere e decine di corrispondenti. Sono costretto a limitare le citazioni ai più assidui frequentatori di questo nostro spazio, pubblico e allo stesso tempo personale. In alcuni casi, oserei dire, quasi intimo. Grazie alle vostre missive ho potuto conoscere il pensiero, i desideri e anche i timori di chi legge il Mattino. È stato decisivo per capire che giornale pensare e realizzare tutti i giorni. Ci siamo confrontati, abbiamo discusso, ci siamo capiti e alle volte non ci siamo trovati d’accordo. Il nostro dialogo, ed è l’aspetto che ricorderò con maggiore nostalgia, però è sempre stato franco attraverso un linguaggio molto più diretto di quanto un direttore possa e debba utilizzare nei sui editoriali.
Ps. Lasciatemi ringraziare i colleghi Aldo Balestra e Antonella Laudisi che in questi anni mi hanno aiutato a scegliere le vostre lettere. Senza il loro contributo questo rapporto non sarebbe mai nato.