Inflazione, come uscire dopo l'infarto lockdown

Inflazione, come uscire dopo l'infarto lockdown
Lunedì 6 Dicembre 2021, 09:30
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Gentile Direttore, la pandemia ha fatto tornare di attualità l’inflazione, che pareva ormai scomparsa nelle economie più avanzate del mondo. La crescita dei prezzi di beni e servizi ha effetti concreti sulla vita delle persone, perché se l’inflazione cresce si riduce il potere di acquisto della moneta come d’altronde già verificatosi con l’introduzione dell’euro: con la stessa quantità di denaro si può acquistare di meno rispetto a prima. Se i prezzi crescono velocemente, il denaro depositato sui conti correnti degli italiani, che oggi non offrono alcun rendimento, si svaluterà proporzionalmente al tasso d’inflazione. Se tutto diventa più caro i lavoratori chiederanno stipendi più alti. Se ci fossero aumenti salariali non sarebbe così male: sono stati fermi per anni e c’è un ritardo da recuperare.

Almerico Pagano 
Scafati 

Caro Almerico, il suo ragionamento fila fino a un certo punto. Vero è che l'inflazione era scomparsa da anni soprattutto perché veniamo, purtroppo, da anni di bassa crescita. Vero è che aumentando i prezzi si riduce il potere d'acquisto.

Non è invece vero, o comunque non è detto, che i rendimenti sui conti correnti non aumentino. In genere, secondo la teoria economica classica, a fronte di un'inflazione che corre le banche centrali alzano i tassi di interesse e di conseguenza tutti i rendimenti attivi crescono di pari passo. Il problema dell'inflazione attuale, però, è che non è tanto legata alla domanda e a un Pil che galoppa per reazione all'infarto economico dello scorso anno causa lockdown. L'inflazione del 2021 è causata soprattutto dalla scarsa offerta di alcune materie prime indispensabili per i semiconduttori. Il balzo di questi prezzi si è portato dietro una reazione a catena. Per quanto riguarda gli stipendi invece penso che aumentarli, agganciandoli automaticamente all'inflazione, possa causare un'ulteriore impennata dei valori. Sarebbe invece giunta l'ora di legare una buona fetta dei salari alla produttività. È la via principale, accompagnata al salario minimo, per favorire una ricchezza diffusa, reale e non nominale. 

Federico Monga

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