L’Italia non dimentichi mai il suo grande patrimonio

di Federico Monga
Lunedì 1 Marzo 2021, 08:00 - Ultimo agg. 21:09
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Gentile Direttore Monga, vorrei essere ricco. E sa perché? Glielo spiego. Avrei voluto essere ricco tanto da poter spendere 92 milioni di dollari e aggiudicarmi il «Ritratto di giovane con tondo di santo» di Sandro Botticelli. Si tratta di una delle pochissime sue opere ancora in mano a privati. E sa cosa ne avrei fatto? L’avrei donata al museo di Napoli affinché la tenesse visibile per sempre, agli occhi dei visitatori. Così, quando qualcosa o qualcuno tra 1000 anni e poi altri mille e ancora si chiederà «chi sono gli italiani? In cosa credevano e come vivevano? Di cosa è fatto il loro spirito e la loro felicità?» per rispondere nella maniera giusta, evitando mistificazioni, mostrerei innanzitutto le opere di Botticelli.

Giovanni Negri
Brusciano

Caro Giovanni, è vero la primavera del Botticelli è la più alta rappresentazione di quello che viene comunemente chiamato il Belpaese. Non solo la bellezza delle figure femminili, «dai lineamenti arcuati, dai lunghi occhi pallidi, le teste languenti sotto il peso di masse d’oro», come cantava il poeta Adolfo Venturi per descrivere il capolavoro.

Nel quadro sono rappresentati anche le farfalle, gli alberi, le foglie e le arance, segno della grande ricchezza naturale dell’Italia. Una nazione piccola: solo lo 0,83% delle terre emerse al mondo ma il Paese che possiede il maggior numero di specie naturali e vegetali. La minuscola Umbria ne ha tante come tutta la Francia. L’Italia possiede il 70 per cento del patrimonio mondiale artistico e culturale protetto dall’Unesco. Troppo spesso ci dimentichiamo che cosa siamo noi italiani, da dove veniamo. Bisognerebbe, invece, che lo ricordassimo di più. La genialità, l’inventiva, il gusto per il bello sono caratteristiche made in Italy da sempre. Nessun cinese potrà comprarle o imitarle. Fanno parte del nostro Dna. Puntiamoci di più. 

Federico Monga

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