La ferita aperta dei rifiuti da curare con il Recovery

La ferita aperta dei rifiuti da curare con il Recovery
Mercoledì 14 Aprile 2021, 23:55
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Gentile direttore, non tanto da tecnico, ma come cittadino, resto basito ed esterrefatto alla richiesta inoltrata il 2 aprile alla Sapna per il conferimento di 100 tonnellate al giorno di rifiuto indifferenziato da Roma a causa della situazione emergenziale che vive la Capitale. Andrebbe considerato che il mancato revamping degli Stir di Giugliano e Tufino, la prossima chiusura per manutenzione di una linea del termovalorizzatore di Acerra, la probabile riapertura delle attività commerciali e si spera anche della ristorazione e del settore turistico, farà registrare un’impennata di produzione di rifiuti nella Città metropolitana di Napoli. Saremo fortunati se non troveremo noi napoletani le strade sporche, o per meglio dire più sporche del solito!

Adriano Pistilli
Napoli

Caro Adriano, il ciclo dello smaltimento dei rifiuti resta una delle grandi incompiute della Campania.

Le ricordo che ancora oggi, nonostante l’economia ferma, dal porto di Napoli continuano a partire, almeno due volte al mese, navi cariche di immondizia ad un costo per la comunità incommensurabile rispetto al conto che avrebbe pagato con la costruzione, nei tempi dovuti, di impianti per il trattamento e la conversione in energia. Il Comune di Roma, se possibile, si trova in una condizione ancora peggiore ed ha sottoscritto un accordo con altre Regioni per lo smaltimento, tra cui la Toscana, la Puglia e appunto la Campania. I rifiuti romani saliranno sulle navi con quelli napoletani. Credo, o almeno spero che nel grande filone dell’economia verde all’interno del nascituro Recovery plan siano compresi anche gli investimenti per il rafforzamento del ciclo di smaltimento e soprattutto per la riconversione e il riciclo dei rifiuti in Campania con la costruzione di nuovi impianti. 

Federico Monga

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