Gentile direttore,
la situazione occupazionale è drammatica, una anomalia cronica rispetto ad altri Paesi europei. I dati dell’Istat sono allarmanti: persi 1,2 milioni di posti per il virus e recuperati 523mila; i nuovi contratti però sono tutti a termine. Va sempre ricordato che in Italia abbiamo un triste primato: più di due milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano, nè lavorano. Spetta allo Stato ed alle imprese investire per garantire il rispetto della “dignità umana” ed il pieno sviluppo della “persona”, come vuole l’articolo 1 Costituzione. Senza il lavoro non si è utili alla società e non si ha l’opportunità concreta per autorealizzarsi. Gli elevati tassi di disoccupazione e di inattività delle donne e dei giovani sono intollerabili. Il Pnrr, oltre che in innovazione, crescita e produzione non si qualifica anche per la risposta che saprà dare al troppo dimenticato mondo del lavoro?
Domenico Mattia Testa
Itri (Latina)
Caro Domenico Mattia,
dal 2008 al 2013 sono oltre un milione i giovani tra i 15 e i 29 anni ad aver perso il lavoro.
Federico Monga