Caro Direttore, esistono anche le lacrime di gioia: sono doppie, intense, caldissime. Mancini e Vialli piangono e sorridono insieme: il primo ha raccolto una squadra fatta a pezzi e neanche qualificatasi agli ultimi mondiali, il secondo combatte contro il cancro una battaglia durissima. Insieme hanno fatto squadra, hanno chiesto ai giocatori che potevano essere campioni, unirsi, fare gruppo, allontanare invidia, superbia, rispettarsi, darsi ausilio gli uni con gli altri, la mano intrecciata ed il chiudersi a guscio, come la chioccia con i suoi pulcini. Mancini e Vialli rappresentano con quelle lacrime di gioia, l’anelito, il desiderio di essere un corpo solo che cerca una ricchezza propria perduta malamente. Ed è la bellezza rutilante dello sport. Almeno per un po’ la gioia sia con noi.
Biagio Riccio
Caro Biagio, come diceva Sant’Agostino «Le lacrime sono il sangue dell’anima». E questa nazionale è stata soprattutto una squadra dell’anima. Di affetti, di sentimenti e di amicizie.
Federico Monga