Le licenze dei «governatori» che aumentano la confusione

Le licenze dei «governatori» che aumentano la confusione
Lunedì 14 Giugno 2021, 23:55
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Gentile Direttore, parecchi conduttori televisivi continuano a chiamare i Presidenti delle Giunte Regionali “Governatori”, nonostante precisazioni varie. È ignoranza o servilismo verso quei presidenti che si gonfiano il petto quando dicono essere governatori, come se fossero dei piccoli “capi di Stato”? Forse sarebbe il caso di adottare le adeguate contromisure, e chiamare i presidenti con l’appellativo di presidenti. È d’accordo con me, caro Direttore? Ma, al di là di questo, le chiedo anche una valutazione sulle capacità e comportamenti dei presidenti di regione. Secondo me se ne sono viste, in tempi di Covid, e se ne vedono delle belle.

Mario De Florio
Caserta

Caro Mario, sono d’accordo con lei. In Italia, codici e regolamenti alla mano, il solo che si può fregiare del titolo di governatore è Vincenzo Visco, guida della Banca d’Italia. I presidenti di Regione no. Non essendo il nostro Paese una federazione, come gli Stati Uniti, è uno strafalcione giuridico utilizzare la parola governatore anziché presidente.

La memoria, non molto onorevole direi, va ai governatori della Giudea o ai governatori italiani in Africa ai tempi delle colonie fasciste. Al di là dell’aspetto semantico non c’è dubbio però che i presidenti delle Regioni, soprattutto in tempi di Covid, abbiano tentato e tentino ancora a comportarsi e ad autoassegnarsi poteri come se guidassero uno stato federale. Questo atteggiamento ha aumentato, lo stiamo vedendo anche in questi giorni di ordinario caos sui vaccini, la confusione tra i cittadini. Confusione che il premier Mario Draghi, lui sì governatore ma sempre in Banca d’Italia, sta tentando di moderare. Per farla breve e per concludere penso che in materia di sicurezza sanitaria debba decidere lo stato centrale e non le Regioni, guidate da governatori o presidenti che siano.

Federico Monga

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