La «tassa Marechiaro»
e gli evasori seriali

La «tassa Marechiaro» e gli evasori seriali
Giovedì 28 Aprile 2022, 14:34
2 Minuti di Lettura

Gentile direttore, ho letto con interesse l’articolo sul Mattino riguardo la Ztl di Marechiaro. Con sorpresa ho appreso che i residenti, come ritengo giusto, non abbiano mai pagato per il transito, a differenza mia e di altri residenti nelle Ztl della città che pagano annualmente una quota anche se parcheggiano, come nel mio caso, in un box di proprietà all’interno del condominio. Seguirò con attenzione l’eventuale ricorso al Tar paventato dai residenti di Marechiaro che, evidentemente più compatti, potranno forse finalmente sanare (per tutti) la chiara incongruenza di questo ulteriore balzello che, sebbene irrisorio, rappresenta un altro annuale “pensiero”. Ricordo, inoltre, che le tasse locali regolarmente pagate già “includono” l’uso delle strade che portano alle nostre case. Che pasticcio!
 

Antonello Baldo
Napoli

Caro Antonello, premesso che pagare per andare a parcheggiare in casa propria mi pare un esproprio legalizzato più che una tassa.

Premesso che il Comune di Napoli è da anni in rosso e ha firmato l’impegno con il governo di aumentare gli incassi dalle multe e dai tributi non pagati in cambio di cospicui aiuti. Premesso che la tassa non è solo napoletana ma comune anche altri capoluoghi come Roma e Milano. C’è una grande differenza tra il balzello pagato per accedere alle altre zone a traffico limitato della città e a Marechiaro. Nel centro storico i residenti e i non residenti per motivi di servizio pagano una volta sola nella vita. La Ztl di Posillipo invece è temporanea e viene rinnovata di anno in anno. Il pagamento allora va effettuato ogni 12 mesi. Vedremo che deciderà il Tar. Certo si aggiunge un nuovo capitolo al lungo libro delle grida manzoniane napoletane. Si annunciano fuochi e fiamme e non si riesce poi ad accendere manco un fiammifero. Fossi il Comune mi impegnerei davvero pancia a terra a far pagare chi non paga le tasse e le imposte già esistenti. 

Federico Monga

© RIPRODUZIONE RISERVATA