I navigator nuovi Lsu
nell'Italia del mal-debito

I navigator nuovi Lsu nell'Italia del mal-debito
Lunedì 22 Marzo 2021, 08:00 - Ultimo agg. 24 Marzo, 08:07
2 Minuti di Lettura

Gentile direttore,

lo stipendio dei 2.700 navigator è salvo, almeno fino a fine anno. Eppure gli ultimi dati disponibili dell’Anpal mostrano un quadro deludente: a ottobre dello scorso anno su 1.369.779 percettori di reddito di cittadinanza solo 192.851 avevano un impiego in corso, e di questi la maggior parte a tempo determinato. Il sistema non ha funzionato. Ad esempio la macchina di banca dati nazionale, ossia lo strumento essenziale per il punto di incontro tra domanda e offerta, non è mai nata, così come non è decollato il rapporto fra Regioni e navigator. Ma non è finita qui, perché nel Dl Sostegni è spuntata una norma proprio a favore dei navigator che stabilisce un «titolo di preferenza (...) nei concorsi pubblici». Il titolo di preferenza si può concretizzare o in una quota di posti riservati a chi ha determinati curriculum o esperienze lavorative. Capito? Chi doveva aiutare i disoccupati a trovare un posto di lavoro avrà un bonus da spendere nei concorsi pubblici.

Antonio Cascone
Padova 

Caro Antonio,

che sconforto: i navigator sono i nuovi Lsu, pagati per non fare nulla.

Un altro diritto acquisito che la politica, anche se pilotata provvisoriamente da un tecnico come Mario Draghi, non ha il coraggio di cancellare. In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio. C’è da scommettere che ad aprile arriverà una nuova proroga e, di proroga in proroga, nascerà una nuova corporazione con sindacato o associazione di categoria annessi. Ciascun partito politico neegli ultimi quarant’anni ha caricato sulle spalle delle future generazioni la sua bella parte di debito: la Lega con la sciagurata misura della pensione anticipata a quota cento, i 5Stelle, che volevano scardinare la politica italiana e invece vi ci sono accomodati come tutti, con il reddito di cittadinanza e i navigator. Il Movimento ormai si è ritagliato la parte del custode dello stato assistenziale un po’ come una certa democrazia cristiana ma senza avere una visione né una strategia e né soprattutto le competenze. Questa è l’Italia, viva l’Italia come cantava Francesco De Gregori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA