Gentile direttore,
dialogo con lei su un tema apparentemente poco attuale rispetto alle emergenze. «Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera», recita l’incipit del capolavoro di Proust «Alla ricerca del tempo perduto» e nelle sere di coprifuoco ho spesso preso tra le mani un libro. La lettura non è un passatempo, infatti non sono riuscito a leggere molto, ma ho realizzato che i libri e qualche opera d’arte alle pareti sono stati gli unici orizzonti del nostro sguardo da reclusi. E come noi, anche questi oggetti: nati spesso come atti di resistenza e libertà, combattono e si agitano contro il morire del tempo. E allora, quando lo sconforto, l’apatia e il peso dell’esistenza ci assaliva, incontrare con lo sguardo libri e quadri, disposti come un esercito schierato che aspetta un cenno dal proprio generale, ci faceva capire quanto fosse disonorevole abdicare. È d’accordo?
Giovanni Negri
Brusciano
Caro Giovanni,
la bellezza scalda il cuore non c’è dubbio.